Potenziali danni del cambiamento climatico: nel 2100 in Alto Adige le temperature estive aumenteranno di 5° e la neve a 1500 metri diminuirà fino al 90%
Le temperature estive potrebbero aumentare di 5° C, e la portata dei fiumi potrebbe diminuire in modo drastico
(Rinnovabili.it) – Ancora effetti disastrosi causati dal cambiamento climatico: se i livelli delle emissioni climalteranti non dovessero diminuire nei prossimi decenni, nel 2100 in Alto Adige le temperature estive aumenteranno di 5 gradi, mentre in inverno la neve a 1500 metri di quota diminuirà fino al 90%, causando una drastica portata dei fiumi in estate. Lo dice il Rapporto sul clima di Eurac Research di Bolzano, condotto da 20 ricercatori tra climatologi, biologi, sociologi, ingegneri che hanno collaborato con oltre 30 esperti del settore pubblico e di altre istituzioni per arrivare a questi sorprendenti risultati. Nelle 125 pagine del Rapporto sul clima, basato su dati esistenti, su fatti di cronaca e su previsioni con modelli matematici, sono tracciati gli scenari futuri nonché le raccomandazioni da rivolgere alle amministrazioni locali affinché facciano ancora di più la loro parte nella lotta al cambiamento climatico.
Lo scenario che si prospetta nel 20100 in Alto Adige, tra aumento di 5 gradi delle temperature estive e un una diminuzione della neve a 1500 metri in inverno del 90%, avrà delle ripercussioni su altri ambiti come quello dell’agricoltura e della selvicoltura. Le altre temperature, infatti, causeranno la proliferazione di parassiti, mentre ci saranno problemi per gli impianti di irrigazione dell’acqua. Potrebbe registrarsi un aumento delle piogge torrenziali e dei temporali. C’è anche uno scenario meno drastico, che prevede una riduzione delle emissioni inquinanti a partire dal 2040 e che porterebbe impatti negativi molto meno drastici. “Non possiamo predire con esattezza il clima del futuro. Il quadro è molto complesso e ci sono molte variabili in gioco. Ciò premesso, le serie storiche di dati e i modelli matematici ci permettono di individuare dei trend, per esempio delle precipitazioni o delle temperature. Più le serie di dati sono ricche – e in provincia lo sono – più robuste diventano le nostre previsioni”, commenta Marc Zebisch, geoecologo di Eurac Research e responsabile scientifico del Rapporto.