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Commissione Europea: braccio di ferro sui vincoli climatici al piano di ripresa

Gas sì, gas no. I vincoli climatici ai fondi UE rischiano di lasciare tutti scontenti

(Rinnovabili.it) – La Commissione Europea si è impegnata ad associare dei vincoli climatici al suo massiccio pacchetto di finanziamenti per salvare le economie degli Stati membri europei. Tuttavia, in molti criticano il permanere di finanziamenti legati all’uso di combustibili fossili, come ad esempio il gas.  

L’esecutivo dell’Unione europea ha proposto una spesa di bilancio UE da 1,1 miliardi di miliardi di euro per il 2021-27 e un nuovo fondo di ripresa economica da 750 miliardi, raddoppiando le risorse per il suo obiettivo di neutralità climatica entro il 2050.

La proposta prevede che il 25% delle spese del bilancio europeo sia connesso al clima. Su carta, tutte le risorse finanziarie del fondo di recupero, comprese quelle che non riguardano esplicitamente progetti ecologici, devono soddisfare i vincoli climatici. Ciò significa che i paesi devono elaborare piani di spesa che la Commissione valuterà in base a un principio del “non nuocere”.

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Tuttavia, lo stesso Frans Timmermans, vicepresidente dell’esecutivo UE, ha dichiarato: “C’è una cosa che devo riconoscere, che in alcune aree dell’eurozona sarà probabilmente necessario l’uso del gas naturale per passare dal carbone all’energia sostenibile”.

Il gas naturale produce circa il 50% in meno di emissioni rispetto al carbone, ma non è un combustibile a zero emissioni e gli attivisti sostengono che la costruzione di nuove infrastrutture potrebbe bloccare il calo delle emissioni per decenni, vanificando gli obiettivi climatici dell’UE.

Tuttavia, alcune parti del pacchetto UE, compreso il Just Transition Fund da 40 miliardi di euro, dovrebbero escludere esplicitamente il gas. Altre parti no, e gli attivisti sostengono che i criteri climatici, per alcuni tipi di risorse, possano ancora consentire il sostegno a progetti che fanno uso di gas.

Inoltre, un altro fondo chiave, il programma React UE da 150 miliardi di euro, consente agli Stati membri di decidere come spendere i soldi, e la maggior parte dei quasi 2 milioni di euro in fondi di salvataggio del coronavirus, spesi finora dalle nazioni dell’UE, non ha avuto dei vincoli climatici.

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Ma il vero problema, secondo i critici, è che le condizioni climatiche su gran parte del bilancio principale dell’UE sono state revocate per tre anni a causa della pandemia. La percentuale del bilancio riservata ai progetti climatici rimane bloccata al 25%, nonostante le richieste del Parlamento Europeo di aumentarlo.

La Commissione respinge queste critiche, affermando che “l’obiettivo della green economy è presente nell’intera gestione dei fondi e che il piano di recupero limita qualsiasi tipo di investimento in combustibili fossili, anche per il gas naturale”, ha dichiarato a Reuters il commissario per l’energia dell’UE Kadri Simson.

Infatti, nei piani dell’esecutivo UE le regole predisposte impediranno che gli investimenti nel gas vengano etichettati come “verdi”, sebbene non vietino alle aziende di investire in essi. Le regole che bloccano il finanziamento del gas dell’UE, inoltre, potrebbero essere respinte dai paesi orientali, che vedono nel combustibile fossile l’unica via d’uscita immediata per smettere di bruciare carbone.

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