
Tutt’altro che scontato, e molto prezioso per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. È il ruolo che potranno svolgere le torbiere nel contrasto al riscaldamento globale nei prossimi decenni. Beneficiando proprio dell’impatto del cambiamento climatico.
Un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change cambia la prospettiva sul ruolo delle torbiere. Finora, la maggior parte dei lavori scientifici si è concentrata sui rischi che derivano dal degrado di questi ecosistemi. Questa pubblicazione tenta invece di valutare come cambierà il potenziale di assorbimento della CO2 delle torbiere, in funzione di diversi scenari emissivi futuri.
Microalghe al centro del sequestro di CO2 nelle torbiere
Secondo i ricercatori, questi ecosistemi – che coprono appena il 3% delle terre emerse – potrebbero compensare fino al 14% delle future emissioni di CO2 grazie all’attività fotosintetica dei microrganismi che li abitano. Una scoperta che rilancia le torbiere come straordinari pozzi di carbonio, cruciali nella lotta alle emissioni di gas serra.
Il cuore dello studio è un modello predittivo sviluppato da un team europeo, guidato da un ricercatore del CNRS, che per la prima volta quantifica su scala globale il potenziale di sequestro della CO2 da parte delle torbiere in scenari di riscaldamento futuro. I dati, raccolti da esperimenti sul campo e integrati nei modelli climatici IPCC, dimostrano che l’innalzamento delle temperature stimola la fotosintesi microbica. E questo porta all’incremento dell’assorbimento di CO2.
In particolare, ogni grado Celsius in più comporta un aumento medio dell’assorbimento di 3,4 milligrammi di carbonio per metro quadrato di torbiera ogni ora da parte delle microalghe. Se proiettato fino al 2100 nello scenario IPCC più pessimistico di cambiamento climatico (SSP 5-8.5), questo processo equivale a una cattura di 51,1 milioni di tonnellate di carbonio l’anno, solo dalle torbiere dell’emisfero nord.
Torbiere: pozzi di carbonio fondamentali per le emissioni di gas serra
Le torbiere conservano oltre il 30% del carbonio immagazzinato nei suoli del Pianeta, sotto forma di materia organica fossilizzata. Un patrimonio stimato tra i 500 e i 1000 miliardi di tonnellate di carbonio, pari a oltre la metà del carbonio presente oggi nell’atmosfera.
Tuttavia, il bilancio tra emissioni e assorbimenti nei suoli torbosi è complesso: alcuni microrganismi rilasciano CO2 attraverso la respirazione, mentre altri – come le microalghe – la assorbono mediante fotosintesi.
Il nuovo studio evidenzia come il riscaldamento possa potenziare il ruolo delle torbiere come pozzo di carbonio, migliorando la fissazione del carbonio grazie alla maggiore attività fotosintetica. Un meccanismo finora sottostimato nei modelli climatici e che potrebbe offrire un margine in più per attenuare l’impatto dei cambiamenti climatici.
Conservazione delle torbiere: una priorità climatica
Nonostante il potenziale, gli scienziati avvertono: il sequestro di CO2 delle torbiere non è una soluzione autonoma. Va inserita in un ecosistema complesso dove resta da decifrare in modo accurato l’interazione tra microalghe e cicli del carbonio nei suoli. Inoltre, sottolinea lo studio, la protezione e la conservazione delle torbiere rimangono essenziali. Il drenaggio, l’urbanizzazione e l’agricoltura intensiva mettono a rischio questi ecosistemi delicati, compromettendo la loro capacità di assorbire CO2.