Time for the Planet è una società non profit che ha deciso di creare e finanziare aziende che lottano contro i mutamenti climatici a livello mondiale. L’obiettivo è raccogliere 1miliardo di euro per creare 100 imprese che agiscano contro il riscaldamento globale con innovazioni open source
di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – Time for the Planet. Quanto tempo abbiamo per salvare il Pianeta? Il 4 giugno scorso il Ministero della Transizione Ecologica ha installato il primo orologio climatico in Italia che segna un tempo decisamente ravvicinato. Abbiamo 6 anni e 7 mesi per invertire la rotta e riportare l’aumento della temperatura del Pianeta entro 1,5°.
È solo una questione economica? Time for the Planet ha deciso di partire proprio dal terreno economico, ma dettando le sue regole. Questa società non profit ha deciso di creare e finanziare aziende che lottano contro i mutamenti climatici a livello mondiale. Nata nel 2019 a Lione (Francia) dall’idea di sei giovani imprenditori, si è posta l’obiettivo di raccogliere 1miliardo di euro per creare 100 imprese che agiscano contro il riscaldamento globale. Il movimento Time for the Planet ha già migliaia di associati e ha creato 15 imprese in 12 anni. Tutti possono partecipare, si può donare anche solo 1 euro.
Innovazione open source
Un aspetto che ci sembra molto interessante è che queste aziende pubblicheranno le loro innovazioni ad accesso aperto e agiranno da moltiplicatore: quando Time for the Planet crea un’azienda, altre ne seguono le orme e incrementano la sua innovazione. Infatti «non c’è più tempo per farsi concorrenza, è tempo di collaborare».
L’obiettivo è la riduzione dei gas a effetto serra fino a raggiungere la neutralità carbonica. Per raggiungere l’obiettivo sono stati individuati 4 ambiti di intervento complementari: zero emissioni (sviluppare fonti di energia e materiali che non emettano gas a effetto serra), efficienza energetica (migliorare il rendimento energetico e ridurre il consumo di risorse), sobrietà (ridurre il nostro fabbisogno per limitare le emissioni di gas a effetto serra lungo tutta la catena di produzione), cattura (catturare e intrappolare i gas a effetto serra per ridurre la loro concentrazione nell’atmosfera).
Dove agire
Per i 4 ambiti di intervento, Time for the Planet ha anche individuato le 20 problematiche da affrontare con urgenza in cinque diversi campi: energia, industria, trasporti, agricoltura, edilizia. I fatti sono sotto i nostri occhi e i numeri che cita Time for the Planet non hanno bisogno di essere commentati: l’80% dell’energia mondiale proviene da fonti fossili e porterà il riscaldamento globale tra +2° e +7°. Questo scenario avrà gravi ripercussioni sull’umanità intera: carestie, rifugiati climatici, tensioni geopolitiche.
Time for the Planet cerca di fare chiarezza su alcuni punti. Ad esempio non bisogna confondere il tempo e il clima: «il tempo è un fenomeno istantaneo e locale, come la temperatura, la pioggia e il vento. Il clima, invece, si basa su statistiche: medie e variabilità di tali fenomeni su lunghi periodi e su scala globale». Molte sono le variabili coinvolte nel cambiamento climatico, ma osservandone l’andamento è evidente che le attività umane hanno provocato un’accelerazione preoccupante. Gli effetti delle attività umane hanno anche alterato l’equilibrio dei cosiddetti “cicli biogeochimici” che aiutano il Pianeta ad autoregolarsi per sostenere gli ecosistemi, inserendo nel sistema degli elementi innaturali, le emissioni umane.
Il conto alla rovescia è iniziato, ricorda l’orologio climatico del Ministero della Transizione Ecologica. Non vuol dire essere pessimisti, ma realisti e attivi. Questo è l’unico Pianeta che abbiamo, trattiamolo con cura.