La fotografia scattata dal consueto rapporto globale che monitora le ripercussioni a 360 gradi della crisi climatica sulla salute umana registra un peggioramento sostanziale su quasi tutti i fronti
Il rapporto annuale preparato da 114 esperti da 52 paesi
(Rinnovabili.it) – Con gli 1,1°C di riscaldamento globale di oggi, nel 2022 il mondo ha passato quasi tre mesi (86 giorni) con livelli di caldo pericolosi per la salute. Se arriveremo a 2 gradi di global warming, nel 2050 i decessi provocati dalle ondate di calore aumenteranno del 370%. E con loro anche le malattie infettive e l’insicurezza alimentare con riflessi sul benessere e la salute. È l’avvertimento del rapporto annuale The Lancet Countdown sull’impatto del clima sulla salute.
Dal caldo estremo il maggiore impatto del clima sulla salute
Rapporto da cui emerge un quadro peggiore degli anni scorsi, dovuto alla mancanza di azioni incisive a livello globale contro la crisi climatica. Sono gli episodi di caldo estremo quelli con l’impatto maggiore e già pienamente visibile. Secondo i 114 esperti da 52 paesi che hanno lavorato al rapporto, le morti legate alle ondate di calore nei soggetti più vulnerabili over 65 sono cresciute dell’85% rispetto agli anni ’90. Un certo livello di aumento è legato all’incremento della popolazione mondiale, ma questo fattore avrebbe portato solo a un +38% dei decessi.
Gli effetti del caldo estremo si fanno sentire anche sull’economia: nel 2022 hanno fatto perdere 490 miliardi di ore di lavoro, +42% rispetto agli anni ’90. Mentre i costi degli eventi estremi nel 2022 sono stati il 23% più alti rispetto alla media del 2010-14. E si fanno sentire sull’inquinamento, che ne viene peggiorato, aggravando patologie come malattie cardiovascolari, cancro, diabete, disordini neurologici e complicazioni in gravidanza.
Malattie infettive e malnutrizione in aumento
Ma l’impatto del clima sulla salute umana ha molti volti. Si registra un aumento dei casi di malattie infettive come malaria, dengue e West Nile, collegate all’espansione dell’areale dei loro vettori, soprattutto zanzare. Allo stesso tempo sono in aumento i vibrioni, batteri che proliferano sulle coste e possono portare a diarrea, infezioni e sepsi. Aumento che è direttamente prodotto dall’incremento delle temperature degli oceani e ha portato, finora, a un’espansione di questi batteri al ritmo di oltre 300 km di coste l’anno dal 1982, mettendo oggi 1,4 miliardi di persone a rischio.
Danni alla salute derivano anche, in via indiretta, dall’impatto della crisi climatica sulla disponibilità e accessibilità di fonti di sostentamento. Nel 2021, secondo The Lancet Countdown, erano 127 i milioni di persone in condizioni di insicurezza alimentare moderata o estrema in più rispetto ai 30 anni precedenti. Con l’aumento delle ondate di caldo previsto, da qui al 2050 se ne aggiungeranno agli 525 milioni.
“Stiamo già assistendo a una catastrofe umana in atto, con la salute e i mezzi di sussistenza di miliardi di persone in tutto il mondo messi in pericolo da un caldo record, siccità che danneggiano i raccolti, aumento dei livelli di fame, crescenti epidemie di malattie infettive, tempeste e inondazioni mortali”, lancia il monito il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres.