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Soluzioni CDR, il potenziale di rimozione della CO2 vale 31,5 Gt entro il 2100

Concentrazione gas serra in atmosfera 2023: CO2 +11,4% in 20 anni
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Diversificare. Se applicata alle strategie per la rimozione del carbonio, questa parola d’ordine ha un potenziale significativo. Almeno 31,5 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno nel 2100. Una quota importantissima delle emissioni di gas serra globali. E, sempre diversificando le tecnologie per la rimozione di CO2 (CDR, Carbon Dioxide Removal), ci si incammina lungo il percorso col miglior rapporto tra costi ed efficacia.

È il risultato di uno studio del MIT Center for Sustainability Science and Strategy (CS3), che ha condotto un’analisi approfondita delle opzioni di CDR, pubblicata di recente su Environmental Research Letters.

Soluzioni CDR, i vantaggi della diversificazione

Perché diversificare? Secondo il MIT, il vantaggio non è solo ridurre la dipendenza da una singola tecnologia, per ridurre il margine di incertezza legato a soluzioni spesso ancora in fase di sviluppo, che possono accumulare ritardi o non seguire la curva di sviluppo e diffusione preventivata.

L’altro grande vantaggio della diversificazione, spiega il MIT, è che si riesce a ridurre gli impatti negativi su agricoltura, energia e uso del suolo. Aspetto cruciale visto che molte opzioni CDR non sono “neutre”, ma vanno dosate con oculatezza.

Ancora un aspetto legato alla diversificazione: il MIT chiarisce che non esiste una soluzione globale. Non tutte le combinazioni di soluzioni CDR funzionano ugualmente bene in regioni diverse. Bisogna scendere di livello e adattare le tecnologie di riduzione della CO2 al preciso territorio dove vengono applicate.

Tecnologie di rimozione della CO2, quali benefici?

Lo studio del MIT ha valutato 5 strategie CDR principali:

I ricercatori hanno poi valutato la portata di ciascuna opzione CDR da sola, e stimato i benefici cumulativi di diverse configurazioni (“portafogli CDR”) di tecnologie di rimozione della CO2.

Nonostante sia più conveniente, lo scenario del portafoglio CDR più diversificato, capace di togliere 31,5 GtCO2 l’anno, ha mostrato una pressione “sostanziale” sulle risorse territoriali. Una sua variante più attenta a non gravare troppo sugli ecosistemi e le risorse naturali è a portata di mano, ma esprime un potenziale più basso, intorno a 22,5 GtCO2.

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