Rinnovabili • Nesso tra clima e salute: la crisi climatica è minaccia “senza precedenti” Rinnovabili • Nesso tra clima e salute: la crisi climatica è minaccia “senza precedenti”

Sul nesso tra clima e salute siamo sulla strada sbagliata

Poca prevenzione, alimentata da disfunzioni nella comunicazione tra scienza del clima e servizi sanitari nazionali. Ecco perché la crisi climatica rischia di cancellare decenni di progressi nel miglioramento della salute globale, afferma un rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale

Nesso tra clima e salute: la crisi climatica è minaccia “senza precedenti”
Foto di Vadim Babenko su Unsplash

A essere colpite sono soprattutto le comunità già più vulnerabili

(Rinnovabili.it) – I progressi ottenuti negli ultimi decenni sul fronte del miglioramento della salute globale rischiano di essere compromessi dall’avanzata della crisi climatica. Colpa soprattutto degli eventi climatici estremi e del modo ancora molto deficitario che abbiamo di affrontarli. Soprattutto sul versante della prevenzione. A lanciare l’allarme è un rapporto pubblicato di recente dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) che punta l’attenzione sul nesso tra clima e salute.

“Il cambiamento climatico minaccia di invertire decenni di progressi verso una migliore salute e benessere, in particolare nelle comunità più vulnerabili”, afferma l’OMM. La crisi climatica, infatti, è una “minaccia senza precedenti” alla salute umana. Eppure i meccanismi che usiamo per lavorare di prevenzione si stanno rivelando particolarmente inefficaci.

Perché non diamo abbastanza peso al nesso tra clima e salute?

Quali sono le criticità? Il rapporto dell’OMM punta il dito verso una sorta di incomunicabilità tra le diverse autorità nazionali, che impedisce di prendere nella dovuta considerazione il nesso tra clima e salute. Un esempio. Tre agenzie meteorologiche nazionali su quattro, in tutto il mondo, inviano dati climatici ai funzionari sanitari del proprio paese. Ma qui scatta l’intoppo. Meno di un ministero della Sanità su quattro utilizza poi queste informazioni, di cui pure dispone, per proteggere le persone da rischi come il caldo estremo.

Quello delle ondate di calore è un caso particolarmente significativo. Questi meccanismi deficitari, che impattano negativamente sulla prevenzione, non vengono modificati nonostante sia ormai noto quale è il loro reale impatto sulla popolazione in termini di morti premature e di ulteriore aggravio per i sistemi sanitari. Solo nel 2022, i decessi da caldo estremo in Europa sono stati oltre 61mila, di cui 18 solo in Italia.

“Praticamente l’intero pianeta ha sperimentato ondate di caldo quest’anno”, commenta il segretario dell’OMM, Petteri Taalas. “L’inizio di El Niño nel 2023 aumenterà notevolmente la probabilità di battere ulteriormente i record di temperatura, innescando un calore più estremo in molte parti del mondo e nell’oceano”. Per questo serve una collaborazione più stretta tra scienza del clima e servizi sanitari “in un momento in cui i cambiamenti senza precedenti nel nostro clima stanno avendo un impatto crescente”.