Le 8 peggiori stagioni degli incendi si sono verificate negli ultimi 10 anni
(Rinnovabili.it) – Nel 2021 la stagione degli incendi canadese è stata la terza peggiore di sempre, con 1.600 roghi che hanno devastato più di 8.700 kmq. Tutte le 5 annate peggiori sono negli ultimi 5 anni. Lytton, piccola cittadina del British Columbia, sulla costa del Pacifico, è stata rasa al suolo dalle fiamme fra il 30 giugno e il 3 luglio. Poche ore prima aveva stabilito il nuovo record nazionale di caldo con quasi 50°C, durante l’ondata di calore eccezionale più violenta dell’anno. Negli Stati Uniti sono andati in cenere più di 26mila km2 e ormai la stagione degli incendi si è allungata almeno di 2 mesi. In California, colpita da una siccità pluriennale e pesantissima, i roghi continuano praticamente per 12 mesi l’anno.
Il Nord America è uno degli hotspot globali per gli incendi estremi, anche se il rischio si sta allargando gradualmente in quasi tutto il globo. Lo rivela uno studio pubblicato da National Resources Canada sulla rivista nature Climate Change, dove gli autori analizzano il trend dal 1979 al 2020. I due fattori principali nella maggior virulenza della stagione degli incendi sono essenzialmente due, entrambi legati all’impatto del cambiamento climatico sul pianeta: un decremento dell’umidità in atmosfera e un aumento delle temperature globali. La novità di questo studio non sono tanto i fattori – identificati già da molta letteratura sul tema – quanto il fatto che spiegano da soli quasi perfettamente i trend degli incendi.
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“Le nostre previsioni per il futuro mostrano le stesse tendenze”, spiega Piyush Jain, l’autore principale della ricerca. “Possiamo aspettarci che il meteo [che innesca gli] incendi diventi più estremo”. E aggiunge: “Gli incendi futuri bruceranno più a lungo e più intensamente”. A livello globale, l’indice che misura la probabilità che certe condizioni climatiche provochino incendi di vasta portata è salito del 14% in 40 anni. Otto delle peggiori 10 stagioni degli incendi a livello mondiale si sono verificate tutte negli ultimi 10 anni. Secondo alcune stime delle agenzie statunitensi, nella parte occidentale degli USA ogni grado di riscaldamento globale in più si traduce in un aumento potenziale dell’area bruciata del 600% in alcuni tipi di foreste.
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