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Spessore delle calotte polari: dal 2024 nessun satellite studierà più i poli

Mentre gli USA non hanno in programma di sostituire il loro satellite, l’agenzia europea per lo spazio sta lavorando alla missione Cristal. Ma sarà pronta solo nel 2027

Spessore delle calotte polari
Credits: cloudlynx da Pixabay

CryoSat-2 e IceSat-2 sono gli unici a monitorare in modo completo lo spessore delle calotte polari

(Rinnovabili.it) – Quanto ghiaccio si è formato al Polo Nord quest’inverno? Come sta cambiando lo spessore delle calotte polari? Quanto si innalzerà il livello degli oceani nei prossimi decenni? A queste e altre domande simili tra pochi anni potremmo non saper più rispondere. I climatologi infatti resteranno ‘ciechi’: i due satelliti che monitorano la calotta artica e quella antartica stanno per andare in pensione. Senza essere sostituiti.

Sono l’europeo CryoSat-2 e l’americano IceSat-2. Entro la metà di questo decennio potrebbero essere ormai inservibili. Niente di sorprendente, anzi queste sono le previsioni più rosee. Il satellite dell’Esa, l’agenzia spaziale europea, dovrebbe reggere fino al 2024 anche se problemi alle batterie e perdite di carburante fanno ritenere che sia il suo limite massimo. Il ‘cugino’ americano già nel 2021 potrebbe spegnersi.

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Il problema è che i loro sostituti sono molto in ritardo – o non sono nemmeno stati pianificati. E’ il caso americano: nessun successore di Ice-Sat-2 per il momento è allo studio. Mentre per il satellite europeo l’industria sta lavorando a Cristal, ma non sarà pronto prima del 2027 nella migliore delle ipotesi.

Che significa questo ritardo? I due satelliti hanno una particolarità: sono gli unici che riescono a darci l’immagine praticamente completa di cosa succede ai due poli, grazie alla loro specifica posizione (88° sopra e sotto la linea del’equatore). Questo vuol dire che i loro strumenti riescono a fornire un monitoraggio puntuale dello spessore delle calotte polari. Un dato essenziale per i climatologi e unno degli indicatori più importanti per tracciare l’evoluzione futura dei cambiamenti climatici.

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Dal comportamento della coltre di ghiaccio che si forma al Polo Nord e che ricopre l’Antartide dipende in parte la valutazione di quanto sono validi i nostri modelli climatici. O di comprendere con più accuratezza verso quale degli scenari climatici previsti dall’IPCC stiamo andando.