La Spagna segue il Parlamento Europeo e si unisce a Francia, Austria, Italia e Regno Unito nel dichiarare l’emergenza climatica
(Rinnovabili.it) – Anche il nuovo governo spagnolo ha dichiarato ufficialmente “l’emergenza climatica”, riconoscimento formale della crisi in cui versa il Pianeta. Ma non si tratta solo di parole. Il governo di coalizione – entrato in carica lo scorso 13 gennaio e guidato dal primo ministro Pedro Sánchez – si è anche impegnato a presentare un progetto di legge sulla transizione alle energie rinnovabili entro i primi 3 mesi del 2020 e ad aggiornare il piano nazionale per la lotta ai cambiamenti climatici. Tra i provvedimenti da varare vi sono un nuovo sistema elettrico basato al 100% su fonti rinnovabili ed un sistema fiscale che accompagni il processo di transizione eliminando, per esempio, i sussidi ai combustibili fossili. Un pacchetto di misure utili e “necessarie” alla riduzione – e poi all’azzeramento – delle emissioni di CO2.
Nel dettaglio, come dichiarato dalla portavoce Maria Jesus Montero, l’esecutivo si impegnerà a far sì che “il cambiamento climatico e la transizione siano la pietra angolare di tutti i dipartimenti (ministeriali) e delle azioni governative”.
Il ministro dell’Ambiente Teresa Ribera, ha affermato anche che Madrid si ispirerà all’esempio francese per la formazione di un gruppo consultivo pubblico “per generare idee e dare risposta ai cambiamenti climatici in modo inclusivo e consultivo, con particolare attenzione all’opinione dei giovani”. L’estate scorsa la Francia aveva infatti annunciato la creazione di un panel per l’azione sui cambiamenti climatici composto da 150 cittadini che, “in linea con lo spirito di giustizia sociale”, avrebbero offerto idee e opinioni su una serie di questioni che riguardanti l’emergenza climatica e la crisi ambientale.
Lo scorso 28 novembre, va ricordato, i deputati del Parlamento Europeo hanno approvato la risoluzione per dichiarare l’emergenza climatica e ambientale in Europa e nel resto del mondo. Seppur “simbolica”, la mozione – approvata con 429 voti a favore, 225 contrari e 19 astensioni – esorta l’esecutivo di von der Leyen a garantire che tutte le proposte legislative e di bilancio siano pienamente in linea con l’obiettivo più stringente dell’Accordo di Parigi, ossia di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C.