Rinnovabili • Pozzo di carbonio: suolo, siccità e poca umidità lo rendono un cattivo carbon sink Rinnovabili • Pozzo di carbonio: suolo, siccità e poca umidità lo rendono un cattivo carbon sink

Sono siccità e poca umidità a rendere il suolo un pozzo di carbonio peggiore

“La maggior parte delle cose che pensavamo di sapere sul carbonio nel suolo erano sbagliate”, spiegano gli autori dello studio apparso su Pnas. Il fattore umidità è cruciale nella capacità dei suoli di stoccare CO2, a differenza di temperatura e composizione minerale

Pozzo di carbonio: suolo, siccità e poca umidità lo rendono un cattivo carbon sink
Foto di Bruno Pereira su Unsplash

Con 2500 Gt CO2 stoccate, il suolo è il 2° principale pozzo di carbonio dopo gli oceani

(Rinnovabili.it) – Non è la temperatura o la composizione minerale a influenzare la capacità del suolo di assorbire e stoccare più anidride carbonica. Il fattore che più influenza un pozzo di carbonio cruciale come il terreno, il 2° più importante del Pianeta, è l’umidità. Le condizioni acute di siccità, così come quelle croniche date da un clima globale che diventa più secco e caldo, fanno sì che il suolo sia un carbon sink meno efficiente. Lo afferma uno studio dell’Oregon State University pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.

“Il grande risultato del nuovo studio è che la maggior parte delle cose che pensavamo di sapere sul carbonio nel suolo erano sbagliate”, afferma Kate Heckman del Servizio Forestale degli Stati Uniti, che ha guidato la ricerca. Il lavoro, infatti, ha preso le mosse da un’ipotesi distante da quella che prevede un’importanza capitale del fattore umidità per la qualità del suolo come carbon sink.

Cosa rende il suolo un buon pozzo di carbonio?

I ricercatori cercavano conferme sul ruolo di alcuni tipi di minerali del suolo, che ritenevano importanti per la persistenza del carbonio. Oppure sul ruolo della temperatura, fattore esplorato già in numerosi studi precedenti. “Ma non abbiamo riscontrato i segnali che ci aspettavamo di vedere associati alla temperatura o alla mineralogia del suolo”, continua Heckman.

Il lavoro sul campo ha previsto il prelievo di oltre 400 campioni di suolo, grandi 8×200 millimetri, da 34 diversi siti, poi analizzati al radiocarbonio per far luce sulla relazione tra l’abbondanza e la persistenza del carbonio nel suolo e la disponibilità di umidità. Il risultato? Si possono dividere i 400 campioni in due grandi gruppi, caratterizzati da suoli prelevati da climi umidi o aridi. E questa divisione ha una chiara correlazione con le differenze nei tassi di decomposizione del carbonio organico da un sito all’altro.

Il suolo è il 2° pozzo di carbonio più importante del Pianeta. Si stima che nei terreni siano stoccate circa 2.500 Gt CO2. Vale a dire tre volte tanto l’anidride carbonica presente in atmosfera, e quattro volte la quantità di carbonio presente in tutti gli organismi viventi della Terra.