Le soluzioni basate sulla natura valgono fino a 18GtCO2e nel 2050
(Rinnovabili.it) – Foreste, praterie e torbiere possono togliere 5 Gt di CO2 l’anno da qui al 2030 per poi salire a 10 Gt di anidride carbonica sequestrata ogni anno entro la metà del secolo. Numeri che, per queste soluzioni basate sulla natura, sono possibili a patto di proteggere e ripristinare questi ecosistemi, aumentando così il loro contributo al taglio delle emissioni su scala globale. È il messaggio chiave del rapporto che l’Unep, l’agenzia Onu per la protezione dell’ambiente, dedica alle nature-based solutions.
Si tratta di stime conservative, spiega il dossier Onu. Da una ricognizione della letteratura scientifica in materia, se queste soluzioni basate sulla natura fossero applicate in tutti gli ecosistemi, si potrebbe raggiungere anche livelli di 11,7 GtCO2e l’anno entro fine decennio, e punte di 18 GtCO2e annuali entro il 2050.
Leggi anche Con le emissioni negative la neutralità climatica non salva il Pianeta
Il contributo più corposo arriva dalle foreste. Circa il 62% della quantità di CO2 potenzialmente sequestrabile dipende da questi ecosistemi, ben più del 24% stimato per le praterie, il 10% per le torbiere e il 4% per soluzioni basate sulla natura in ecosistemi costieri e marittimi.
Due i passaggi obbligati per raggiungere questi obiettivi. Secondo l’Unep, “affinché le soluzioni basate sulla natura forniscano i loro potenziali benefici, dovranno essere implementate in modo giusto ed equo, sostenendo i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali, e in un modo che rispetti rigorose garanzie sociali e ambientali per evitare danni”. Il secondo tassello è quello dei finanziamenti. Servirà più coordinamento tra gli Stati per mobilitare le somme necessarie, e il suggerimento dell’Unep è di prevedere più spazio per le soluzioni basate sulla natura nei piani nazionali di transizione ecologica.
Leggi anche L’Europa punta sulle emissioni negative, in cantiere il certificato unico
Quella delle nature-based solutions è una via che sta trovando sempre più spazio a livello internazionale, ma non è esente da critiche. Negli ultimi anni molte aziende hanno annunciato i loro piani per la neutralità climatica, ma spesso il grosso degli sforzi è delegato ai carbon offset, le compensazioni di carbonio che derivano proprio dalle soluzioni basate sulla natura. Il problema è che senza seri tagli alle emissioni in parallelo, è una falsa soluzione: solo le emissioni di Big Oil, oggi, sono 10 volte maggiori del volume di carbonio che può essere stoccato ogni anno con l’impiego di metodi di gestione sostenibile del territorio.