Rinnovabili • Siccità in Amazzonia: 30 volte più probabile per la crisi climatica Rinnovabili • Siccità in Amazzonia: 30 volte più probabile per la crisi climatica

C’è la crisi climatica, non El Niño, dietro l’eccezionale siccità in Amazzonia

Uno studio del World Weather Attribution attribuisce la maggior parte della responsabilità all’aumento delle temperature globali, insieme ad altri fattori antropici come la deforestazione e la pressione dell’agribusiness. Se arriviamo a +2°C, una situazione come quella attuale si ripeterà ogni 10-30 anni

Siccità in Amazzonia: 30 volte più probabile per la crisi climatica
crediti: European Union, Copernicus Sentinel-2 imagery

Nel clima di oggi, la siccità in Amazzonia di questi mesi si ripeterebbe 1 volta ogni 100-120 anni

(Rinnovabili.it) – Dalla metà del 2023 tutta l’Amazzonia è nella morsa della siccità. Valori del genere non sono stati mai registrati da 120 anni a questa parte. E le conseguenze si stanno facendo sentire. Sia sull’ecosistema forestale più prezioso al mondo, che è anche un hotspot globale di biodiversità, con livelli dei fiumi ai minimi. Sia sulle economie dei paesi della regione, che si affidano in gran parte all’idroelettrico: pesa per l’80% del mix elettrico del Brasile, per il 79% di quello della Colombia, per il 68% di quello venezuelano, su oltre metà della generazione elettrica di Ecuador e Perù, e sul 32% di quella della Bolivia. Dietro la siccità in Amazzonia, però, non c’è El Niño, anche se uno dei suoi effetti principali è proprio lasciare a secco questa regione. C’è la crisi climatica. Moltiplicata da altri fattori antropici tra cui deforestazione e pressioni dell’agribusiness.

Il riscaldamento globale dietro la siccità in Amazzonia

È il cambiamento climatico ad aver reso 30 volte più probabile la siccità in Amazzonia, mentre il “Bambino” ha un’influenza decisamente trascurabile. Lo ha stabilito uno studio del World Weather Attribution pubblicato nei giorni scorsi, che ha valutato sia lo stato di siccità per le aree a copertura forestale sia quello delle aree agricole. “La probabilità che si verifichi la siccità meteorologica è aumentata di un fattore 10, mentre la siccità agricola è diventata circa 30 volte più probabile”, si legge nello studio.

L’apporto del “Bambino”, un fenomeno legato alla variabilità naturale del clima terrestre, non all’influenza dell’uomo, c’è ma ha un impatto minore nella portata eccezionale della siccità in Amazzonia. “El Niño ha ridotto la quantità di precipitazioni nella regione all’incirca quanto il cambiamento climatico”, spiega lo studio, “tuttavia, la forte tendenza alla siccità è stata quasi interamente dovuta all’aumento delle temperature globali, quindi la gravità della siccità attualmente in corso è in gran parte determinata dal cambiamento climatico”.

Cosa ci riserva il futuro?

Anche nel clima di oggi si tratta in ogni caso di un evento veramente eccezionale: si ripeterebbe 1 volta ogni secolo per la siccità meteorologica e 1 volta ogni 120 anni per quella agricola. E in futuro, visto il peso del riscaldamento globale?

“A meno che il mondo non smetta rapidamente di bruciare combustibili fossili e di deforestare, questi eventi diventeranno ancora più comuni in futuro. In un mondo più caldo di 2°C rispetto a quello preindustriale, un evento come questo diventerebbe ancora più probabile di un ulteriore fattore 4 per la siccità agricola (ogni 10-15 anni) e di un ulteriore fattore 3 per la siccità meteorologica (ogni circa 30 anni)”, calcolano gli autori.