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Siccità, conseguenze onerose per l’Europa senza adattamento

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Foto di klimkin da Pixabay

Nuovo studio del JRC pubblicato su Nature Climate Change su siccità e conseguenze economiche

(Rinnovabili.it) – L’umanità attraversando la peggiore fase siccitosa degli ultimi 2000 anni. E senza una rigida politica di contenimento del riscaldamento globale e un piano di adattamento, le conseguenze della siccità rischiano di assestare un serio colpo all’economia mondiale. Per l’Europa, tale battuta è stata valutata in ben 65 miliardi di euro l’anno entro la fine del secolo. Il numero è frutto delle stime del JRC, il Centro comune di ricerca della Commissione europea, che ha voluto quantificare gli impatti economici delle prolungate e sempre più intese mancanze d’acqua nei 27 Stati membri e nell’UK. Il lavoro ha richiesto lo sviluppo di un nuovo metodo di modellazione in grado di eliminare parte dell’incertezza scientifica in cui oggi si muove la tematica.

Il risultato? L’analisi mostra che le maggiori perdite dovute alle conseguenze della siccità si registreranno in Europa meridionale e occidentale. In questi Paesi un aumento di 4°C della temperatura terrestre, innescherà una perdita economica dell’agricoltura regionale del 10%. Senza alcuna azione di contrasto al riscaldamento globale, i costi in percentuale del PIL entro il 2100 potrebbero raggiungere lo 0,3% in Romania e lo 0,24% in Bulgaria, i due paesi con le maggiori perdite previste nell’UE.

“Il cambiamento climatico causerà siccità più frequente e intense nelle parti meridionali e occidentali dell’Europa”, spiega il Centro. “Ciò porterà a danni maggiori ai settori economici che dipendono dalla disponibilità di acqua, come l’agricoltura, la produzione di energia e l’approvvigionamento idrico pubblico”. (Leggi anche Rischio siccità estrema, entro il 2100 colpirà 1 persona su 12)

I risultati dello studio (testo in inglese) mostrano anche come indirizzare gli investimenti regionali per affrontare il carico diseguale delle conseguenze della siccità e le differenze nelle capacità di adattamento. Nel dettaglio gli autori raccomandano di: aumentare la naturale capacità di ritenzione dei bacini idrografici, creando le condizioni per lo stoccaggio; attuare pratiche di conversazione dell’acqua e risparmio idrico; migliorare l’efficienza dell’uso idrico nella produzione energetica ed industriale; sviluppare colture resistenti allo stress per migliorare la stabilità della resa.

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