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Serbatoi di carbonio: il suolo sequestra meno CO2 del previsto

Uno studio pubblicato su Nature smentisce la convinzione che all’aumento della biomassa (spinto da più CO2 in atmosfera) corrisponda un aumento del carbonio sequestrato dal suolo

Serbatoi di carbonio: il suolo sequestra meno CO2 del previsto
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Le praterie sono gli unici tipi di terreno che eccellono come serbatoi di carbonio

(Rinnovabili.it) – Il suolo sequestra circa un terzo della CO2 che produciamo. Ma la sua capacità di eccellere tra i serbatoi di carbonio potrebbe essere sopravvalutata. Con una maggiore concentrazione di anidride carbonica in atmosfera si ha una crescita maggiore delle piante. Finora si pensava che da questo fenomeno derivasse una maggior capacità di incamerare CO2 nel terreno. Un nuovo studio rivela che non è così.

Gli autori dell’articolo scientifico pubblicato su Nature hanno passato in rassegna 100 studi sperimentali in cui delle piante sono state esposte a valori di anidride carbonica superiori a quelli presenti in atmosfera. In media, nelle foreste la biomassa è cresciuta del 23% quando la CO2 è doppia rispetto ai valori pre-industriali. Ma i suoli forestali non hanno assorbito affatto più carbonio. Lo stesso vale per altre tipologie di ecosistemi.

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“Abbiamo scoperto che quando l’aumento di CO2 aumenta la crescita delle piante, si verifica una diminuzione dello stoccaggio di carbonio nel suolo. Questa è una conclusione molto importante “, spiega al Guardian César Terrer. Se il suolo assorbirà meno CO2 in futuro, “la velocità del riscaldamento globale potrebbe essere maggiore”.

Unica eccezione: le praterie. Qui a un aumento della biomassa del 9% è corrisposto un aumento del carbonio sequestrato nel suolo dell’8%. Anche questo un risultato molto interessante. Soprattutto perché entra a gamba tesa nel dibattito sull’efficacia della riforestazione e dell’afforestazione per mitigare il cambiamento climatico.

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“Quello che ho trovato molto preoccupante in quel dibattito è che si suggerisce di piantare alberi nelle praterie naturali, nella savana e nella tundra”, commenta Terrer. “Penso che sarebbe un terribile errore perché, come implicano i nostri risultati, esiste un potenziale molto ampio per aumentare lo stoccaggio di carbonio nel suolo nelle praterie”. Tra i serbatoi di carbonio, queste ultime sembrano quindi essere le migliori candidate.

L’aumento della biomassa porta le piante a estrarre più nutrienti dal suolo e quindi ad aumentare l’attività microbica nel terreno. Sarebbe questa la causa più probabile, secondo gli autori dello studio, dietro al mancato sequestro di carbonio. Infatti, tale attività comporta un aumento del rilascio di CO2.