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Nel 2023 i serbatoi di carbonio terrestri sono collassati

Serbatoi di carbonio: nel 2023 hanno assorbito fino a 6 volte meno CO2
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L’indebolimento dei serbatoi di carbonio può accelerare il riscaldamento globale

Il 2023 è stato un anno record per molti indicatori della crisi climatica. Non solo la temperatura globale dell’aria, che è arrivata a 1,48°C sopra la media del periodo pre-industriale. O quella degli oceani, che è rimasta da marzo in poi su valori senza precedenti. Ad accelerare è stata anche la concentrazione di CO2 in atmosfera. La stazione di riferimento, l’osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii, ha registrato un aumento dell’86% più corposo rispetto a quello degli ultimi 10 anni: 3,37 parti per milione contro le 2,42 tra 2013 e 2022. Eppure, le emissioni antropiche di CO2, sempre nel 2023, sono cresciute solo dello 0,5%. Per un gruppo internazionale di scienziati del clima, questo è l’indizio che l’anno scorso i principali serbatoi di carbonio del Pianeta sono collassati.

I serbatoi di carbonio hanno assorbito 3,5-6 volte meno CO2 del normale

Cosa significa? I flussi di CO2 tra l’atmosfera e i pozzi di carbonio naturali si sono alterati. E questi ultimi hanno assorbito molta meno anidride carbonica del normale.

Ogni anno, i serbatoi di carbonio terrestri – cioè foreste, torbiere e altri ecosistemi che sono in grado di catturare e stoccare naturalmente la CO2 – tolgono dall’atmosfera circa 1/5 dell’anidride carbonica che viene emessa dalle attività umane, principalmente la combustione di fonti fossili. Sono, quindi, un “cuscinetto” contro l’aumento del riscaldamento globale. Esattamente come gli oceani, l’altro grande pozzo di carbonio del Pianeta, che ne assorbe circa ¼.

Secondo i ricercatori della Tsinghua University cinese, dell’università di Exeter in Gran Bretagna, dell’università di Lipsia in Germania, e del Consiglio Nazionale della Ricerca francese, nel 2023 le foreste e i suoli in tutto il mondo hanno assorbito solo 1,5 – 2,6 miliardi di tonnellate di CO2 (GtCO2). Nel 2022 avevano catturato circa 9,5 GtCO2. La media degli ultimi 10 anni è 7,5 GtCO2.

La crisi climatica dietro l’alterazione dei flussi di carbonio

Analizzando con dettaglio regionale i flussi di CO2, gli autori dello studio, pubblicato in pre-print il 17 luglio e presentato il 29 luglio a una conferenza internazionale in Brasile, hanno determinato quali sono gli ecosistemi che hanno ridotto di più gli assorbimenti di CO2. E quali sono probabilmente, le cause dietro questo fenomeno: tutte riconducibili all’impatto della crisi climatica.

I due serbatoi di carbonio che hanno assorbito meno CO2 rispetto alla norma, nel 2023, sono stati l’Amazzonia e le foreste canadesi. La maggior foresta pluviale del Pianeta è stata colpita da una siccità eccezionale nella seconda metà dell’anno, mentre le foreste in Nord America sono state colpite dalla peggiore stagione degli incendi di sempre e i roghi hanno emesso più CO2 di quanta ne genera in un anno l’intera Unione Europea. C’è, poi, anche un rallentamento notevole dell’assorbimento di CO2 nel sud-est asiatico, altra regione chiave per le foreste tropicali mondiali.

“Se questo crollo dovesse ripetersi nei prossimi anni, rischiamo di assistere a un rapido aumento di CO2 e di cambiamenti climatici, superiori a quanto previsto dai modelli”, avverte Philippe Ciais, direttore del Laboratorio per le scienze climatiche e ambientali del CNR francese e co-autore dello studio.

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