Rinnovabili

Australia: il premier Scott Morrison continua a negare il climate change

Morrison
Credits: U.S. Department of Agriculture 

Il negazionismo di Scott Morrison accende le proteste

 

(Rinnovabili.it) – Mentre gli incendi in Australia continuano a devastare ampie zone del Paese, uccidendo la fauna selvatica e inquinando l’aria, migliaia di australiani sono scesi in piazza per protestare contro l’indifferenza e il negazionismo del governo verso la crisi ambientale.

 

Il Paese, sotto la guida del primo ministro Scott Morrison, ha drasticamente ridotto gli impegni presi per l’Accordo di Parigi sul clima. Come Trump e Bolsonaro, il premier australiano ha in più occasioni negato qualsiasi legame tra eventi meteorologici catastrofici e cambiamenti climatici, continuando a difendere politiche economiche ed energetiche incentrate sui combustibili fossili e sulla crescita industriale.  

 

Armati di slogan e cartelli, i manifestanti sono scesi in strada bloccando alcune delle principali strade di Sydney, dopo che le autorità locali hanno esortato quasi 250mila persone a fuggire dalle proprie case a causa dell’ulteriore impennata delle temperature. Come riportato da Reuters, simili proteste sono avvenute anche a Canberra e a Melbourne, città che sono entrate di diritto nella lista dei luoghi con l’aria più inquinata di tutto il pianeta.

 

>>Leggi anche: “Incendi in Australia: il primo ministro Morrison si difende”<<

 

Scott Morrison ha tuttavia respinto al mittente ogni critica mossa contro il suo governo, negando la correlazione tra incendi boschivi e cambiamento climatico e, sopratutto, confermando la direzione già intrapresa in fatto di politiche ambientali: ”non ci interessano obiettivi e traguardi che presuppongono l’annientamento del lavoro e della nostra economia”, ha eloquentemente ripetuto ai microfoni di 2GB Sydney. 

 

Ma le accuse ai manifestanti non vengono solo dal governo federale. Infatti, il premier dello Stato di Victoria, Daniel Andrews, ha accusato chi è sceso in strada di “dirottare” con le proteste forze ed energie, che in questa crisi sarebbero da indirizzare altrove, a suo parere: “Il buon senso”, ha sottolineato Andrews, “suggerisce che ci sono momenti migliori per esprimere il proprio punto di vista: rispetto il diritto delle persone ad avere una propria opinione, tendo anche ad essere d’accordo su molte questioni – il cambiamento climatico è reale – ma c’è un tempo e un posto per tutto e non penso che, in questa particolare circostanza, una simile protesta possa essere appropriata”. 

 

Nel frattempo, scienziati, climatologi e meteorologi avvertono che frequenza ed intensità degli incendi sono destinate ad aumentare di pari passo con l’aumento delle temperature.  Secondo i dati raccolti dalla NASA, dal 1910 l’Australia si è riscaldata di circa 1° C, condizione che ha reso molto più probabili le ondate di calore e gli incendi.  

 

>>Leggi anche: “La crisi climatica non esiste, la CO2 fa bene: la lettera dei negazionisti all’ONU”<<

Exit mobile version