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L’Antrace liberato dallo scioglimento del permafrost

Messo a punto un modello matematico per studiare la trasmissione del Bacillus anthracis nelle regioni artiche.

scioglimento del permafrost
Foto di Public Co da Pixabay

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – I cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo il Pianeta possono provocare scenari da film di fantascienza orrorifica. La rivista scientifica Nature ha pubblicato la ricerca di un gruppo di studiosi dell’Università di Venezia Ca’ Foscari, dell’Istituto di Scienze polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche e del Politecnico di Milano che utilizza un modello matematico per studiare la trasmissione dell’antrace nelle regioni artiche. Il riscaldamento globale sta provocando effetti gravemente destabilizzanti per l’equilibrio ambientale con lo scongelamento del permafrost, un terreno perennemente ghiacciato situato tra l’estremo Nord Europa, la Siberia e l’America Settentrionale. Può raggiungere i 1.500 metri di profondità in Siberia ed è presente anche sul fondo degli oceani dove le temperature rimangono sempre sotto lo zero.

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Il suo strato superficiale è molto sensibile ai cambiamenti climatici. Lo scongelamento del permafrost non incide solo sugli aspetti idrologici, sul rilascio di carbonio e di metano o sulla stabilità delle infrastrutture, ma può riportare alla luce vari tipi di contaminanti che si sono accumulati nei millenni e sono sepolti nel terreno. Il mercurio tossico, ad esempio, con il disgelo del permafrost rientrerebbe nella catena alimentare. Allo stesso modo, il disgelo dello strato attivo può portare la ricomparsa di agenti patogeni come l’antrace.

L’antrace è un’infezione acuta provocata dal Bacillus anthracis che produce spore in grado di sopravvivere a lungo nell’ambiente. Colpisce soprattutto gli erbivori – con un’alta mortalità – che si infettano con l’ingestione di suolo contaminato. L’antrace è trasmissibile dagli animali all’uomo attraverso il contatto con gli animali infetti o i loro prodotti (carni, pelli, ossa). Nel 2016 la contaminazione con l’antrace ha ucciso un ragazzo, venuto a contatto con una carcassa di renna scongelata, morta a causa di un’epidemia più di 75 anni fa. 

Anche il focolaio di antrace che ha colpito gli allevamenti di renne in Siberia – sono morti circa 2300 capi – sembra riconducibile alla presenza di carcasse infette o di spore rilasciate nello strato sopra il permafrost che si sta scongelando a causa del riscaldamento globale. Fra le modalità di trasmissione dell’infezione tra gli animali, la ricerca Permafrost dynamics and the risk of anthrax transmission: a modelling study individua il pascolo stagionale. Gli anni particolarmente caldi favoriscono strati attivi profondi e quindi maggiore probabilità di focolai di antrace che possono causare infezioni negli anni successivi. Il rischio di far pascolare gli animali in aree contaminate è molto alto perché non è disponibile una mappa delle sepolture di quelli infetti. 

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Possibili soluzioni? Secondo i ricercatori italiani si potrebbe pensare di anticipare o posticipare il pascolo stagionale, evitando il periodo più caldo e riducendo la permanenza del bestiame nelle aree che si suppongono più a rischio. 

Il riscaldamento globale provoca un danno ambientale grave, ma anche un danno economico altrettanto grave per popolazioni che hanno una fonte di sostentamento nella pastorizia.