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Riscaldamento globale: una cattiva e una buona notizia sugli scenari climatici

Un gruppo di ricerca riduce la forbice dei possibili scenari climatici

(Rinnovabili.it) – Il World Climate Research Program, con sede a Ginevra, ha condotto una revisione degli scenari climatici dei prossimi decenni, svelando una buona e una cattiva notizia. Da una parte, vengono ridimensionate le previsioni peggiori. Ma, dall’altra, anche gli scenari più ottimistici appaiano adesso piuttosto improbabili. Il team ha di fatto “ridotto la forbice” delle future previsioni sul clima, riducendo anche le incertezze che hanno a lungo caratterizzato il dibattito scientifico e pubblico sul riscaldamento globale.

“La cosa buona è che abbiamo in qualche modo ridotto la gamma del futuro innalzamento delle temperature a lungo termine, la cosa brutta è che non possiamo più affermare che il problema si risolverà magicamente da solo, ha dichiarato Reto Knutti, professore di fisica climatica presso l’Istituto di scienze atmosferiche e climatiche dell’ETH di Zurigo.

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Fino ad ora, il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) aveva stimato al 66% la probabilità di un raddoppio del biossido di carbonio atmosferico dal suo livello preindustriale (pari a circa 280 parti per milione). Questo significava un’altrettanta probabilità di vedere un aumento delle temperature tra 1,5° C e 4,5° C.

A fronte di questa “forbice”, gli scenari climatici si dividevano tra ottimisti e pessimisti. Gli ottimisti facevano appello ad un incremento di +1,5° C, sottolineando che non fosse necessaria alcuna azione diretta di mitigazione e adattamento. Di contro, i pessimisti prendevano come punto di riferimento un aumento delle temperature di +4,5° C, considerando del tutto catastrofiche le previsioni future. Lo studio, pubblicato su Reviews of Geophysics, riduce questa forbice, mostrando una probabilità del 66% che le temperature globali possano aumentare tra 2,6° C e 3,9° C.

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Per quanto ridotto, però, questo intervallo è ancora clamorosamente alto. “È moderatamente una buona notizia. Se stavamo pianificando il peggio, il peggio è diventato meno probabile. Ma fondamentalmente significa che dobbiamo fare di più per limitare i cambiamenti climatici. E non siamo sulla strada giusta per farlo”, ha affermato Zeke Hausfather, Università di Berkeley.

Di fatto, il team di ricerca è riuscito a misurare con maggiore precisione la cosiddetta sensibilità climatica, vale a dire la suscettibilità del clima terrestre all’influenza umana. Nel corso degli anni, la definizione della sensibilità climatica è stata considerata il Sacro Graal degli scienziati sul clima. Infatti, la sua comprensione è cruciale per definire delle agende climatiche concretamente efficaci. “La sensibilità climatica è un concetto teorico che però restringe il nostro spazio decisionale. Ciò che può accadere realmente dipende solo dalle nostre azioni”, ha spiegato Gabi Hegerl, professore all’Università di Edimburgo

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