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Scegliamo il futuro, l’appello degli scienziati per il clima

Scegliamo il futuro è l’appello degli scienziati per il clima. Tutti possono firmarlo, per spingere la politica a mettere il cambiamento climatico fra i temi prioritari in agenda. Gli scienziati faranno la loro parte, poiché offrono il contributo della loro conoscenza ed esperienza

Scegliamo il futuro
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(Rinnovabili.it) – Gli scienziati, e non solo, firmano un appello per il clima, Scegliamo il futuro.

La comunità scientifica chiede che la lotta alla crisi climatica venga messa in cima all’agenda politica e offre il suo contributo di conoscenze per elaborare soluzioni e azioni concrete. Il cambiamento climatico, che vediamo accelerare velocemente, è di origine antropica. I suoi effetti non hanno impatto solo sugli ecosistemi e sui territori: è la vita stessa dell’uomo che ne viene influenzata, dalla salute alle attività produttive.

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Basta pensare alla crisi dell’agricoltura, stremata da siccità prime e alluvioni poi, per capire che il problema esiste e bisogna intervenire con urgenza. Cosa succederebbe se la temperatura si alzasse di un grado? Lo spiegano gli scienziati firmatari di Scegliamo il futuro: su scala globale aumenterebbero del 100% le ondate di calore e del 30-40% la frequenza di inondazioni e siccità.

L’Italia e il Mediterraneo sono particolarmente vulnerabili, una ragione in più perché la lotta alla crisi climatica sia una priorità per la politica, la base indispensabile per uno sviluppo sostenibile e per il benessere delle persone. Scegliamo il futuro, per accelerare il percorso verso la transizione energetica e scongiurare gli scenari peggiori, spinge sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sulla circolarità dell’economia.

Finora hanno aderito più di 220mila persone, l’obiettivo da raggiungere sono 300mila firme.

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Di seguito il testo dell’appello, per firmarlo clicca qui

La scienza del clima ci mostra da tempo che l’Italia, inserita nel contesto di un hot spot climatico come il Mediterraneo, risente più di altre zone del mondo dei recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non solo sul territorio e gli ecosistemi, ma anche sull’uomo e sulla società, relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle sue attività produttive.

Il riscaldamento eccessivo, le fortissime perturbazioni al ciclo dell’acqua e altri fenomeni meteo-climatici vanno ad impattare su territori fragili e creano danni a vari livelli, influenzando fortemente e negativamente anche le attività economiche e la vita sociale.

Stime assodate mostrano come nel futuro l’avanzare del cambiamento climatico ridurrà in modo sensibile lo sviluppo economico e causerà danni rilevanti a città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture.

Per un grado di riscaldamento globale in più rispetto al presente, ad esempio, si avranno mediamente su scala globale un aumento del 100% della frequenza di ondate di calore e tra il 30 e il 40% di aumento della frequenza di inondazioni e siccità, con una conseguente diminuzione del benessere e del prodotto interno lordo.

Nel Mediterraneo e in Italia, poi, la situazione potrebbe essere anche più critica, in quanto, ad esempio, si hanno già chiare evidenze di aumenti di ondate di calore e siccità, di ritiro dei ghiacciai alpini, di aumento delle ondate di calore marine e, in parte, di aumento degli eventi estremi di precipitazione.

In questo contesto, ci appare urgente porre questo problema in cima all’agenda politica. E oggi, l’avvicinamento alle prossime elezioni diventa l’occasione per farlo concretamente.

Chiediamo dunque con forza ai partiti politici di considerare la lotta alla crisi climatica come la base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire; questo dato di realtà risulta oggi imprescindibile, se vogliono davvero proporre una loro visione futura della società con delle possibilità di successo.

In particolare, nella situazione attuale appare urgente porre in essere azioni di adattamento che rendano noi e i nostri territori più resilienti a ondate di calore, siccità, eventi estremi di precipitazione, innalzamento del livello del mare e fenomeni bruschi di varia natura; azioni che non seguano una logica emergenziale ma di pianificazione e programmazione strutturale.

A causa dell’inerzia del clima, i fenomeni che vediamo oggi saranno inevitabili anche in futuro, e dunque dobbiamo gestirli con la messa in sicurezza dei territori e delle attività produttive, investendo con decisione e celerità le risorse peraltro disponibili del PNRR.

Allo stesso tempo, dobbiamo anche fare in modo che la situazione non si aggravi ulteriormente e diventi di fatto ingestibile, come avverrebbe negli scenari climatici peggiori.

Per questo dobbiamo spingere fortemente sulla riduzione delle nostre emissioni di gas serra, decarbonizzando e rendendo circolare la nostra economia, accelerando il percorso verso una vera transizione energetica ed ecologica.

Come scienziati del clima siamo pronti a fornire il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete che siano scientificamente fondate, praticabili ed efficaci, ma chiediamo con forza alla politica di considerare la crisi climatica come un problema prioritario da affrontare, perché mina alla base tutto il nostro futuro.

Ci auguriamo dunque elaborazioni di programmi politici approfonditi su questi temi e una pronta azione del prossimo governo per la lotta alla crisi climatica e ai suoi impatti.