Omm: il ritorno di El Niño probabile all’80% entro settembre
(Rinnovabili.it) – Ci dobbiamo preparare al ritorno di El Niño perché contribuirà all’aumento delle temperature globali e probabilmente porterà nuovi record di caldo. Lo afferma l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), secondo la quale la probabilità che si sviluppi tra maggio e luglio è salita al 60% e quella per settembre all’80%.
Insomma: è quasi certo che entro l’autunno inizieremo a sentire gli effetti di questo fenomeno di teleconnessione atmosferica che, riscaldando le acque tropicali del pacifico orientale, innesca effetti a cascata in tutto il globo. In questi mesi siamo invece in una fase neutra dell’oscillazione meridionale, il fenomeno che vede alternarsi El Niño con il suo corrispettivo freddo, La Niña, che ha dominato il clima globale negli ultimi 3 anni.
“Abbiamo appena avuto gli otto anni più caldi mai registrati, anche se negli ultimi tre anni abbiamo avuto un raffreddamento grazie a La Niña che ha agito da freno temporaneo all’aumento della temperatura globale. Lo sviluppo di un El Niño porterà molto probabilmente a un nuovo picco di riscaldamento globale e aumenterà la possibilità di battere i record di temperatura”, ha dichiarato il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas.
Cosa significa il ritorno di El Niño?
Durante l’ultima fase dominata dal “Bambino”, il mondo ha toccato il record assoluto di riscaldamento globale nel 2016. Adesso, tuttavia, rispetto agli anni immediatamente precedenti al 2016, si parte da un livello di global warming più alto. Gli ultimi anni, nonostante l’influsso raffreddante de La Niña, sono comunque arrivati a pochi decimali di distanza dai valori del 2016 (e del 2020, quasi pari con il primo della lista). Per questa ragione, diversi climatologi ritengono possibile che sforeremo gli 1,5°C di riscaldamento globale entro il 2025. Nel 2022 la temperatura globale si è attestata a +1,2°C sul periodo pre-industriale (convenzionalmente indicato con la media del periodo 1850-1900).
A questo si aggiungono le rilevazioni recenti delle temperature superficiali degli oceani: da oltre 40 giorni sono a livelli mai raggiunti prima, oltre i 21°C di media, e non tendono a scendere. Anche se lo stacco rispetto ai valori degli scorsi anni è di pochi decimali, si tratta di un’anomalia enorme, 4-5 deviazioni standard rispetto alla norma. Benchè non sia ancora del tutto chiaro quali fattori stiano scatenando questo aumento delle temperature, molti scienziati ipotizzano sia un effetto del ritorno di El Niño. Mari più caldi significano quantità di calore maggiori che vengono rilasciate lentamente in atmosfera.