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Australia: il governo va alla sbarra per aver taciuto sui rischi climatici

Rischi climatici
Credits: CQF-avocat da Pixabay

Gli acquirenti dei titoli di stato australiani sono stati tenuti all’oscuro dei rischi climatici

(Rinnovabili.it) – Una studentessa australiana, Kathleen O’Donnell, ha intentato una causa contro il governo australiano perché non avrebbe rivelato ai suoi investitori i rischi climatici legati ai titoli di stato. Secondo il contenzioso, infatti, il riscaldamento globale renderà sempre più difficile all’Australia rimborsare il proprio debito, sebbene gli investitori non siano stati adeguatamente informati rispetto a questo rischio.  

Il contenzioso sui rischi climatici giunge nel mezzo di una mobilitazione globale sulla necessità di una ripresa “verde” dalla crisi economica dovuta alla pandemia di coronavirus. Il riscaldamento globale è ed è stato a lungo un serio problema per l’Australia, mostrandosi in tutta la sua evidente criticità la scorsa estate, quando devastanti incendi hanno imperversato per circa quattro mesi in gran parte del paese. Sebbene il paese contribuisca solo all’1,3% delle emissioni globali, è un importante esportatore di carbone e le sue emissioni procapite sono seconde solo agli Stati Uniti.  

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Secondo la dichiarazione depositata presso il Tribunale Federale dello stato di Victoria, “l’Australia è fortemente esposta e sensibile ai rischi legati al riscaldamento globale. Di conseguenza, (a) tali rischi climatici sono rilevanti per la decisione di un investitore di negoziare in titoli di stato australiani e (b) un investitore ha il diritto di essere informato.

La causa punta tutto sulla possibilità di dimostrare che il governo ha violato il proprio obbligo di divulgazione sui titoli di stato. L’Australia ha in circolazione oltre 600 miliardi di dollari australiani di obbligazioni sovrane, godendo di una “tripla A” dalle tre principali agenzie di rating. Un portavoce del governo ha dichiarato a Reuters che “i rappresentanti legali stanno prendendo in considerazione la questione. Per quanto riguarda gli attuali procedimenti giudiziari, il governo non farà alcun commento.

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La richiesta di informazioni relative ai rischi climatici è diventata sempre più diffusa a livello globale negli ultimi due anni, con le parti interessate che si aspettano maggiore trasparenza sugli investimenti. Non a caso, le autorità finanziarie stanno spingendo le banche a migliorare la divulgazione in merito all’esposizione ai rischi legati al riscaldamento globale, sostenendo che l’informativa è un prerequisito per entrare nel mercato.

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