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Gli oceani si riscaldano 4 volte più veloci che negli anni ‘80

Dietro l’accelerazione c’è l’aumento dello squilibrio energetico terrestre. Che da solo è responsabile del 44% del record raggiunto nel 2023. Da +0,06°C/decennio siamo a +0,27°C/decennio nel 2019-2023.

Riscaldamento oceani: corre 4 volte più veloce di 40 anni fa
Foto di Mike Smith su Unsplash

In tutto il mondo, la superficie degli oceani si sta riscaldando 4 volte più velocemente di 40 anni fa. Negli anni ’80 (1985-89) il tasso di aumento della temperatura era 0,06°C per decennio. Oggi è cresciuto fino a 0,27°C ogni 10 anni (2019-23). Il riscaldamento degli oceani globali accelera soprattutto perché riflette il crescente squilibrio del bilancio energetico Sole-Terra. E a sua volta rendere più veloci e imprevedibili gli impatti dei cambiamenti climatici.

Gli oceani ammortizzano il riscaldamento globale

L’oceano funziona come un gigantesco serbatoio di calore per il Pianeta. Ricopre il 71% della superficie della Terra e assorbe la quota maggiore di radiazione solare in arrivo. Non solo: la rilascia anche più lentamente di quanto non faccia la terraferma.

In pratica, l’oceano è un “cuscinetto” che permette di attutire l’impatto del riscaldamento globale. E non di poco. Nel 2024, ad esempio, le masse d’acqua del Pianeta hanno assorbito circa 16 zetta joule (ZJ) di energia più del 2023. Per aumentare la temperatura dell’atmosfera di 1°C basterebbero 2,2 ZJ.

Ma ora si sta scaldando molto più velocemente di prima, il che rende il cambiamento climatico ancora più imprevedibile e pericoloso. Questo succede perché la Terra sta trattenendo più energia solare di quanta ne rilascia, soprattutto a causa dell’inquinamento da gas serra e della perdita di superfici riflettenti come ghiaccio e neve.

Riscaldamento degli oceani, tasso di aumento doppio dal 2010

Ed è proprio lo squilibrio energetico terrestre il fattore principale dietro l’accelerazione del riscaldamento degli oceani, afferma uno studio pubblicato su Environmental Research Letters che ha calcolato che il 44% dell’anomalia termica registrato nel 2023 – anno record per il riscaldamento dell’oceano – è dovuta all’assorbimento accelerato di calore da parte degli oceani e non a fenomeni naturali come El Niño.

Lo squilibrio energetico è raddoppiato dal 2010, affermano gli autori dello studio. E guardando al futuro, la previsione è che l’accelerazione potrebbe proseguire. Il riscaldamento osservato negli ultimi 40 anni potrebbe essere superato nei prossimi 20 anni, dice lo studio. I modelli climatici, quindi, potrebbero aver sottostimato la velocità del riscaldamento attuale.

“Se gli oceani fossero una vasca da bagno piena d’acqua, allora negli anni ’80 il rubinetto dell’acqua calda scorreva lentamente, riscaldando l’acqua di appena una frazione di grado ogni decennio”, spiega con una metafora Chris Merchant, primo autore dello studio e docente all’università britannica di Reading. “Ma ora il rubinetto dell’acqua calda scorre molto più velocemente e il riscaldamento ha preso velocità – prosegue Merchant – Il modo per rallentare quel riscaldamento è iniziare a chiudere il rubinetto dell’acqua calda, tagliando le emissioni globali di carbonio e muovendosi verso lo zero netto”.

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