Uno studio dell’Accademia delle Scienze cinese e del MET Office britannico analizza l’impatto del riscaldamento globale sulla variabilità dei regimi delle precipitazioni: il futuro ci riserva piogge più concentrate e non è un bene
Il riscaldamento globale renderà il clima di 2/3 della Terra più umido ma anche più variabile
(Rinnovabili.it) – Passaggi sempre più repentini da un clima secco a un clima con forti piogge. E viceversa. È quello che ci riserva il riscaldamento globale, che incide sui regimi delle precipitazioni. E questa maggiore variabilità delle piogge comporta più eventi climatici estremi. Lo sostiene uno studio congiunto dell’Institute of Atmospheric Physics dell’Accademia delle Scienze cinese e del MET Office britannico.
I ricercatori si sono concentrati non soltanto sull’entità del cambiamento, cioè sulla quantità assoluta di pioggia in eccesso o in difetto. Hanno valutato anche la variabilità interna dei nuovi regimi di precipitazioni, vale a dire quando e in quanto tempo cade una determinata quantità di pioggia.
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Il risultato è che il riscaldamento globale altera notevolmente la variabilità delle precipitazioni. Cosa significa? In parole povere, la pioggia non è distribuita in modo uniforme lungo l’anno o la singola stagione, ma tende a concentrarsi tutta in alcuni brevi momenti. Questo moltiplica il rischio che si verifichino alluvioni o inondazioni devastanti, sulla falsariga di quanto successo a luglio in Germania e Belgio. Ma al tempo stesso aumenta la lunghezza dei periodi senza piogge, che tendono a evolvere in fenomeni di siccità.
Questo fenomeno riguarderà gran parte del globo. “Circa i due terzi del pianeta subiranno un idroclima “più umido e più variabile”, mentre si prevede che le restanti regioni diventeranno “più secche ma più variabili” o “più secche e meno variabili”, spiega Zhang Wenxia, autore principale dello studio. L’Europa vedrà tutte queste tendenze. La parte settentrionale, incluse le aree devastate dalla recente alluvione, diventeranno più propense a eventi di questo tipo. Mentre Spagna, Italia centro-meridionale e Grecia avranno climi più secchi ma meno variabili, combinazione che favorisce siccità prolungate.
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“La variabilità delle precipitazioni amplificata a livello globale manifesta il fatto che il riscaldamento globale sta rendendo il nostro clima più irregolare, più estremo sia in condizioni umide che secche, con transizioni più ampie e probabilmente più rapide tra di loro”, ha affermato Kalli Furtado, del MET Office e seconda firma dello studio. “Gli eventi di pioggia più variabili potrebbero ulteriormente tradursi in impatti sui raccolti e sui flussi dei fiumi, sfidando l’attuale resilienza climatica delle infrastrutture, della società umana e degli ecosistemi. Ciò rende più difficile l’adattamento ai cambiamenti climatici”.