Rinnovabili • Riscaldamento globale di 1,5°C: Ipcc, sforeremo nel 2032

Il riscaldamento globale supererà 1,5 gradi già prima del 2030: nuovo studio

Lo scienziato del clima James Hansen calcola che la graduale scomparsa degli aerosol, insieme al raddoppio dello squilibrio nel bilancio energetico terrestre, stia portando a un’accelerazione imprevista del global warming da +0,18 a +0,27°C per decennio. A questo ritmo, i 2 gradi saranno raggiunti entro il 2050

Riscaldamento globale di 1,5°C: Ipcc, sforeremo nel 2032
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Raddoppiare la CO2 rispetto all’era preindustriale vale fino a +4,8°C di riscaldamento globale

(Rinnovabili.it) – Il sistema climatico terrestre è più sensibile del previsto alle emissioni antropiche di gas serra, con il risultato che il riscaldamento globale sta accelerando più di quanto gli scienziati del clima hanno stimato finora. Di questo passo potremmo superare stabilmente la soglia di 1,5 gradi entro questo decennio (invece che a metà anni ’30, secondo le previsioni dell’IPCC) e sforare il limite massimo dell’Accordo di Parigi portandoci oltre i 2 gradi già attorno al 2050.

Lo sostiene uno studio pubblicato su Oxford Open Climate Change da James Hansen, scienziato climatico di lungo corso che già negli anni ’80 avvisava il Congresso degli Stati Uniti della pericolosità dell’aumento dei gas serra in atmosfera. A una conclusione simile è arrivato uno studio pubblicato questa settimana che ricalcola il budget di carbonio e suggerisce che l’anno dello sforamento sarà il 2029.

Perché il riscaldamento globale sta accelerando?

Il punto di partenza di Hansen è una rivalutazione della sensibilità del clima della Terra alle variazioni di anidride carbonica in atmosfera. Con un raddoppio della CO2 rispetto all’era pre-industriale, l’IPCC stima che si arrivi a un riscaldamento globale di circa 3 gradi. Utilizzando dati paleoclimatici più aggiornati, Hansen e colleghi arrivano invece a stabilire che l’incremento della temperatura globale per la stessa quantità di CO2 aggiuntiva può raggiungere +4,8°C.

Se finora le stime più basse sembravano coerenti con le osservazioni sul campo è perché l’inquinamento atmosferico – generato proprio dalla combustione delle fonti fossili – ha schermato una parte della radiazione solare in arrivo sulla Terra. Ma con la lotta all’inquinamento e la riduzione delle emissioni, in particolare degli aerosol, al guadagno in termini di salute si accompagna anche un incremento maggiore della temperatura.

Lo studio di Hansen cerca di quantificare quale possa essere l’effetto della scomparsa graduale degli aerosol sulle temperature globali. E prevede che il crollo di queste particelle dal 2010 in poi porterà già a breve a un aumento del tasso di riscaldamento globale ben distinguibile dai fattori che determinano la variabilità naturale del sistema climatico terrestre. Così, se il global warming ha corso al ritmo di +0,18°C per decennio tra 1970 e 2010, dopo quella data schizzerà a +0,27°C. Quasi il doppio. Con questi ritmi, sforeremo 1,5 gradi già prima del 2030.