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A settembre abbiamo toccato +1,75°C di riscaldamento globale

Il 2023 si avvia a diventare l’anno più caldo della storia, battendo anche il 2016. Per il terzo mese di seguito abbiamo sforato la soglia di 1,5 gradi. In Europa l’anomalia è ancora più marcata e arriva a +2,51 gradi

Riscaldamento globale: settembre 2023 chiude con +1,75°C
crediti: Copernicus

I dati del sistema europeo di monitoraggio Copernicus

(Rinnovabili.it) – A settembre abbiamo toccato +1,75°C di riscaldamento globale rispetto all’epoca pre-industriale (1850-1900), pari a quasi 1 grado (0,93°C) in più della media degli ultimi 30 anni. E abbiamo sforato per il terzo mese di fila la soglia di 1,5 gradi. Dopo i caldissimi luglio e agosto, l’anomalia termica ha continuato ad aumentare e ha superato di ben mezzo grado il primato precedente per il mese di settembre che risaliva al 2020.

Il riscaldamento globale in Europa

In Europa il riscaldamento globale è stato ancora più marcato. Secondo i dati forniti dal sistema europeo di monitoraggio satellitare Copernicus, settembre è stato 2,51°C sopra la media del 1991-2020. E ha battuto di oltre 1 grado (1,1°C) il primato precedente, anche in questo caso il mese di settembre 2020.

Gran parte del continente, in una fascia che va dalla Francia alla Finlandia, ha registrato il mese più caldo di sempre. Temperature appena sotto la media si sono mantenute solo agli estremi margini settentrionali dell’Europa: Islanda, isole Svalbard, parte della Grecia e della penisola iberica.

Il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre

In tutta la serie storica del dataset ERA5, che Copernicus prende come riferimento e inizia dal 1940, settembre 2023 è stato il mese più anomalo in assoluto. Considerando l’intero anno fino al mese scorso, il livello di riscaldamento globale è senza precedenti. La temperatura del Pianeta tra gennaio e settembre è stata 0,52°C sopra la media degli ultimi 30 anni, superando anche se solo marginalmente l’anomalia termica registrata nel 2016, quello che per adesso è l’anno più caldo di sempre. Rispetto all’epoca pre-industriale, la deviazione dalla media è di 1,4°C, molto vicina alla soglia degli 1,5°C. Valori che sono stati rinforzati sia da El Niño, sia da un’anomalia marcatissima nella temperatura degli oceani alla superficie.

“Le temperature senza precedenti per il periodo dell’anno osservate a settembre – dopo un’estate record – hanno battuto i record in modo straordinario. Questo mese estremo ha spinto il 2023 al dubbio onore del primo posto – sulla buona strada per essere l’anno più caldo e circa 1,4°C sopra le temperature medie preindustriali. A due mesi dalla COP28, il senso di urgenza di un’azione ambiziosa per il clima non è mai stato così critico”, sottolinea Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service.