I dati dell’ISAC-CNR raccontano una pausa importante dopo la lunga striscia di caldo record durante l’estate. Metà penisola ha temperature nella media, il Nord è più fresco del Centro-Sud. Si chiude l’anno idrologico con un deficit idrico, per la val Padana, almeno del 35%
Al Nord l’anomalia termica è meno pronunciata: +0,36°C
(Rinnovabili.it) – Con settembre si chiude la lunga striscia di anomalie termiche da record che hanno caratterizzato l’Italia per tutta l’estate. Il mese che è appena finito è stato 0,8°C più caldo della media delle temperature degli ultimi 30 anni. Solo il 20° settembre più caldo nel Belpaese dal 1800 a oggi, lontanissimo dal primato di riscaldamento globale toccato nel 1987 con +2,29°C. Anche con questa flessione, comunque, il 2022 resta ancora indirizzato verso il record assoluto di caldo per l’Italia negli ultimi 2 secoli con 0,96°C di riscaldamento globale (1,22°C al Nord). Lo certificano i dati elaborati dall’ISAC-CNR.
Tregua al Nord, solo +0,36°C
La tregua è più evidente al Nord, dove sono stati registrati 0,36°C di riscaldamento globale, mentre il Centro e il Sud hanno valori tripli, rispettivamente +1,07°C e +1,09°C. A trascinare verso il basso la media delle temperature del settentrione è soprattutto il Nord-Est, dove la colonnina di mercurio è rimasta nella media del periodo 1991-2020 ed è stata fino a 1,5°C sotto la norma in Trentino e in Alto Adige. Le anomalie termiche più pronunciate sono concentrate – fino a +1,5°C – sulla Sardegna e sulla Sicilia occidentale, con un picco tra nisseno e agrigentino fino a +3,5°C.
Anche le temperature massime seguono grosso modo questi scostamenti. Se la media nazionale segna un’anomalia di 0,77°C, al Nord è appena di 0,25°C mentre Centro e Sud Italia arrivano a +1,21 e +1,11°C. Come per le medie, anche gli scostamenti dei picchi massimi di temperatura sono localizzati soprattutto sulle isole maggiori, oltre che sul Piemonte centrale.
Gli strascichi della siccità
Con settembre si chiude anche l’anno idrologico. Un anno caratterizzato da una delle peggiori siccità di sempre per il Belpaese, che sta ancora lasciando i suoi strascichi. A livello nazionale, negli ultimi 12 mesi è caduto poco più dell’80% delle precipitazioni medie per il periodo 1991-2020. Ma al Nord, il dato non arriva al 65% nonostante le piogge che hanno ricominciato a cadere già ad agosto. Nelle regioni meridionali, invece, le precipitazioni sono perfettamente nella norma, con un deficit estremamente contenuto.