Un sondaggio condotto dal Guardian ha raccolto l’opinione di 380 autori delle diverse sezioni dei rapporti dell’IPCC, la “summa” della scienza del clima su cui vengono calibrate le politiche climatiche. 77 scienziati su 100 ritengono che non riusciremo neppure a stare sotto quota 2,5°C, un livello di global warming che avrebbe conseguenze catastrofiche sul pianeta e sulle nostre vite
Solo il 6% degli intervistati ritiene ancora possibile restare sotto 1,5°C di riscaldamento globale
Gli scienziati del clima che hanno lavorato all’ultima serie di rapporti dell’IPCC sono convinti che sia ormai praticamente impossibile tenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi e la maggior parte ritiene che raggiungere 2,5 gradi nel 2100 sia l’esito più probabile. Lo rivela un sondaggio condotto dal Guardian, che ha raccolto il punto di vista di 380 autori dei rapporti IPCC.
Mentre la politica e la diplomazia internazionale sul clima continuano a mantenere la soglia di 1,5°C come riferimento plausibile, la stragrande maggioranza degli scienziati i cui lavori sono la base scientifica su cui si regge il target di Parigi sono convinti che la traiettoria del riscaldamento globale sia ormai definitivamente più alta. Ciò nonostante, quasi tutti sottolineano che questa non sia una ragione valida per rallentare la transizione. Ogni decimo di grado di temperatura in meno, spiegano, è importante perché significa impatti meno pesanti sull’uomo, la società e l’economia.
Il 77% pensa che supereremo 2,5°C di riscaldamento globale
Solo il 6% degli intervistati dal quotidiano britannico ritiene che sia ancora possibile contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto del limite più ambizioso dell’Accordo di Parigi. Ma anche l’altro limite, quello dei 2°C, è ritenuto poco probabile dalla maggior parte degli scienziati. 77 su 100, infatti, pensano che a fine secolo arriveremo ad almeno 2,5 gradi sopra il periodo pre-industriale. Quasi metà degli intervistati è più pessimista e sostiene che la traiettoria più probabile ci porterà fino a 3°C. Gli scenari emissivi più catastrofici tra quelli previsti dall’IPCC, con oltre 4 gradi di riscaldamento globale, sono ritenuti l’opzione più probabile solo dal 17% degli scienziati.
Anche chi si colloca tra i più ottimisti, il gruppo di chi pensa che sia ancora possibile onorare il Paris Agreement, spesso accompagna il suo giudizio con considerazioni meno rosee. “Sono convinto che abbiamo tutte le soluzioni necessarie per un percorso di 1,5°C e che le implementeremo nei prossimi 20 anni”, è l’opinione di Henry Neufeldt, del Centro climatico di Copenaghen delle Nazioni Unite, uno degli scienziati intervistati dal Guardian. “Ma temo che le nostre azioni potrebbero arrivare troppo tardi e superare uno o più punti critici”, tipping point del sistema climatico che potrebbero aggravarne l’impatto.