Un team di ricerca dell’università di Boulder in Colorado rivaluta gli scenari IPCC in base alle osservazioni reali degli ultimi 15 anni. RCP8.5 e simili sono considerati “implausibili”, la mediana degli studi più solidi è sui +2,2°C
Oggi il mondo è arrivato a 1,2°C di riscaldamento globale
(Rinnovabili.it) – Possiamo dire addio agli scenari più apocalittici sull’aumento delle temperature globali. E coltivare più speranza di centrare – o almeno non mancare di troppo – l’obiettivo minimo dell’accordo di Parigi, +2°C. Lo sostiene un nuovo studio pubblicato su Environmental Research Letters che scandaglia da capo tutte le ricerche su cui si basano i modelli climatici usati dall’IPCC, e quindi i dati che formano il punto di partenza per le politiche climatiche per contrastare il riscaldamento globale.
Le ipotesi più estreme non sono più plausibili, calcolano i ricercatori dell’università del Colorado. Addio quindi a scenari che prospettano un riscaldamento globale di 4 o anche 5 gradi in più rispetto al periodo pre-industriale. Al 2100, la situazione più probabile è un global warming compreso tra i 2 e i 3 gradi, ma più vicino al margine inferiore visto che la media si attesta a 2,2°C.
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“Questa è una buona notizia cautamente ottimistica su dove il mondo è oggi, rispetto a dove pensavamo di essere”, spiega l’autore principale della ricerca, Roger Pielke Jr. Il messaggio fondamentale è che “l’obiettivo dei due gradi di Parigi rimane a portata di mano”.
Come si è arrivati a questa conclusione? Il team di ricercatori ha ripreso in mano 1.311 scenari climatici dai quali la comunità scientifica ha estrapolato gli 11 scenari “guida” RCP (i percorsi rappresentativi di concentrazione) e SSP (i percorsi socioeconomici condivisi), quelli che dal 2005 sono diventati i riferimenti nei rapporti del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu. Poi hanno confrontato le proiezioni per il periodo 2005-2020 con i dati reali. A seconda dei metodi usati, gli studi che si sono rivelati più affidabili nelle previsioni sono tra i 100 e i 500. Quindi, i ricercatori hanno riformulato gli scenari di riscaldamento globale prendendo in considerazione solo questi studi più accurati.
“C’è bisogno che questi scenari siano aggiornati più frequentemente. I ricercatori possono usare uno scenario del 2005, ma abbiamo bisogno di una prospettiva del 2022”, continua Pielke Jr. “Avremo politiche migliori con una comprensione più accurata del problema, qualunque siano le implicazioni politiche per una parte o l’altra”.
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