Il riscaldamento globale fa segnare +0,8°C sulla media 1981-2010
(Rinnovabili.it) – Il mondo non è mai stato così caldo in autunno. E novembre fa segnare nuovi record, certificati dalle rilevazioni del sistema europeo Copernicus. Dalla mappa del riscaldamento globale, il mese scorso si salvano soltanto Asia centrale, Antartide occidentale e alcune porzioni dell’Artico canadese. Il resto del globo, soprattutto nell’emisfero boreale, ha registrato temperature significativamente superiori alla media.
Infatti, le temperature medie globali nel novembre 2020 sono state le più alte registrate, e di un buon margine. Lo scostamento è di ben 0,8°C rispetto al periodo di riferimento standard di 30 anni tra il 1981 e il 2010. E gli ultimi 30 giorni hanno battuto anche i precedenti record del 2016 e del 2019, con i quali il 2020 si sta giocando il poco invidiabile primato di anno più caldo della storia da metà Ottocento. Anche qui la colonnina è salita molto, più di 0,1°C rispetto ai valori degli anni passati.
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Le temperature sono state al di sopra della media su una vasta regione che copre molta parte del nord Europa, della Siberia e dell’Oceano Artico. Temperature sostanzialmente più alte della media si sono verificate anche su parti degli Stati Uniti, Sud America, Africa meridionale, sull’altopiano tibetano, Antartide orientale e gran parte dell’Australia.
Più nel dettaglio, per quanto riguarda la situazione europea, le mappe di Copernicus mostrano come il riscaldamento globale si stia facendo sentire soprattutto sulla penisola scandinava, sull’Artico russo e sull’intero arco alpino. E in effetti in Europa temperature così alte sono assolutamente senza precedenti, per la stagione autunnale (calcolata sui mesi interi di settembre, ottobre e novembre). Circa 1,9°C al di sopra del periodo di riferimento standard. Ovvero 0,4°C in più della temperatura media dell’autunno 2006, che in precedenza era l’autunno più caldo.
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Carlo Buontempo, Direttore del Copernicus Climate Change Service presso lECMWF, ribadisce che la tendenza osservata è “preoccupante”, in particolare la situazione del ghiaccio artico che ha registrato il secondo peggior valore di sempre. Lo scienziato sottolinea l’importanza di un “monitoraggio completo dell’Artico, poiché si sta riscaldando più velocemente del resto del mondo”.
E aggiunge: “Questi record sono coerenti con la tendenza al riscaldamento a lungo termine del clima globale. Tutti i politici che danno priorità alla mitigazione dei rischi climatici dovrebbero vedere questi record come campanelli d’allarme e ragionare più seriamente che mai su come rispettare al meglio gli impegni internazionali stabiliti nell’Accordo di Parigi del 2015”.