Tutti i primati di riscaldamento globale nel rapporto State of the Global Climate 2020
(Rinnovabili.it) – Nel grafico del rapporto State of the Global Climate la colonnina del 2020 si staglia più alta di tutte le precedenti. E di molto. L’Europa l’anno scorso è stata 1,9°C più calda rispetto alla media del periodo 1981-2010, dato che supera di 0,5°C quello del 2019. Ma il documento contiene molti altri primati che riflettono l’avanzata del cambiamento climatico in tutto il mondo. A partire dalla conferma che quello appena passato è sul podio degli anni che hanno segnato un riscaldamento globale da record.
I record europei di riscaldamento globale
L’Italia si è “salvata” insieme a Portogallo, Spagna meridionale, Irlanda e le aree settentrionali della Gran Bretagna. Qui l’aumento della temperatura rispetto alla media è stato di meno di 1°C. Ma sono ben 17 i paesi del continente europeo dove la colonnina di mercurio ha toccato – sempre in media – valori molto superiori a quelli di riferimento. Spiccano soprattutto la porzione della Russia a ovest degli Urali (+2,9°C), Lettonia, Estonia e Finlandia (+2,4°C), Bielorussia e Lituania (+2,3°C).
Anomalie diffuse a livello locale punteggiano il continente. Bastia, in Corsica, ha registrato una inedita notte tropicale a febbraio, con la colonnina di mercurio che non è scesa sotto i 21,9°C nella notte tra il 10 e l’11. Diversi gli eventi estremi di rilievo, tra cui un’ondata di calore a inizio agosto che ha portato tutto il nord Europa ben oltre i 30°C e Londra a 36,4°C, e le tempeste Ciara e Alex. Importante anche il dato sulle precipitazioni, che disegna un quadro misto nel continente. A grandi linee i paesi del nord hanno ricevuto anche il 125% delle precipitazioni normali, mentre Spagna orientale e Italia meridionale hanno ricevuto meno acqua della media.
Tutti i primati globali del 2020
Il rapporto State of the Global Climate 2020 pubblicato dall’American Meteorological Society conferma il record di concentrazione in atmosfera di anidride carbonica. Il dato della CO2 si è attestato in media a 412,5 parti per milione (ppm), 2,5 ppm sopra quello dell’anno precedente. I paleoclimatologi che ricostruiscono le concentrazioni di CO2 delle ere passate confermano che questi livelli sono i più alti da 800.000 anni a questa parte. Dato spesso trascurato, ma fondamentale per comprendere appieno la portata del riscaldamento globale è quello della concentrazione di metano. Il balzo compiuto nel 2020 è stato, anche questo, da record: 14,8 parti per miliardo (ppb) sul 2019.
Record sfiorato quello della temperatura rilevata alla superficie, attestata tra gli 0,54 e gli 0,62°C sopra la media 1981-2010. È questo dato che piazza il 2020 al terzo posto come anno più caldo dall’inizio delle serie storiche a metà ‘800. E i 5 anni più bollenti di sempre sono tutti concentrati dal 2014 in poi. Infranti tutti i dati precedenti, invece, nel caso delle temperature dell’Artico. La Siberia ha registrato 37,8°C, oltre a una stagione degli incendi particolarmente virulenta.
Vicinissime al primato anche le temperature della superficie marina, al terzo posto dopo quelle del 2016 e del 2019 (quando però si registrarono due forti eventi di El Niño). Record assoluto, invece, per l’aumento del livello del mare. Rispetto alla media del 1993 le acque oceaniche sono state 91,3 millimetri più alte, portando la media di crescita per decennio a 3 centimetri. Un record, quello dell’innalzamento degli oceani, che viene raggiunto e infranto regolarmente ogni anno dal 2011.