Il tempo di ritorno del boom di riscaldamento degli oceani registrato negli ultimi 2 anni è di 512 anni, in un clima come quello attuale. Era quindi molto improbabile che si verificasse. Ciò nonostante, i valori anomali non segnalano che il global warming sta accelerando

I record di riscaldamento globale degli oceani registrato a cavallo tra il 2023 e il 2024 sono stati davvero eccezionali. Ma le temperature estremamente anomale degli oceani non segnalano necessariamente che il global warming stia accelerando, come molti studi recenti hanno sostenuto. È la conclusione a cui arriva uno studio pubblicato il 12 marzo 2025 su Nature da ricercatori dell’Università di Berna e della Sorbona.
L’incredibile balzo del riscaldamento degli oceani
Tra aprile 2023 e marzo 2024, le temperature superficiali degli oceani globali hanno raggiunto livelli mai visti prima, superando il precedente record del 2015-2016 di ben 0,25°C in media. Un margine che, per le dinamiche delle temperature degli oceani, è molto grande.
Per comprendere l’eccezionalità di questo evento, è utile confrontarlo con i precedenti record: prima del 2023, i maggiori incrementi registrati erano stati di 0,16°C nel 2015-2016, 0,14°C nel 1997-1998 e 0,09°C nel 2009-2010. Il riscaldamento è stato particolarmente nell’Atlantico settentrionale, che ha superato il precedente record di ben 0,42°C.
Attraverso un’analisi statistica approfondita, i ricercatori hanno stimato che un evento di questa portata abbia una probabilità di verificarsi una volta ogni 512 anni nelle attuali condizioni di riscaldamento globale. Un aspetto ancora più significativo è che, senza il trend di riscaldamento globale attualmente in atto, un simile balzo di temperatura sarebbe stato praticamente impossibile.
Un’anomalia, ma non un’accelerazione
Eccezionale, sì: ma anche imprevedibile? Lo studio risponde di no. E spiega che per quanto eccezionale, questo livello di riscaldamento globale degli oceani non indica necessariamente un’accelerazione del global warming. I ricercatori lo descrivono piuttosto come “un evento estremo dopo il quale le temperature superficiali oceaniche dovrebbero tornare al trend di riscaldamento a lungo termine previsto”.
Infatti, i dati mostrano che da metà luglio 2024, le temperature oceaniche globali non sono più a livelli record, pur rimanendo più calde rispetto a qualsiasi anno precedente al balzo del 2023. Questo suggerisce che stiamo assistendo a un’anomalia temporanea piuttosto che a un nuovo stato di base degli oceani.
Utilizzando 270 simulazioni su più modelli climatici, i ricercatori hanno dimostrato che questi modelli riescono a simulare con successo il balzo da record registrato tra 2023 e 2024. Anche se si situa all’estremità superiore della forbice.