![Riscaldamento globale: ormai l’obiettivo dei 2°C è “morto”](https://www.rinnovabili.it/wp-content/uploads/2025/02/riscaldamento-globale-4.jpg)
Ormai è “impossibile” rientrare nello scenario emissivo che limita il riscaldamento globale sotto i 2°C al 2100. L’obiettivo minimo dell’Accordo di Parigi è “morto” e potrebbe essere superato già durante la prima metà del secolo, attorno al 2045.
È l’opinione di uno degli scienziati del clima più blasonati, James Hansen. Uno dei primi ad avvisare la politica dell’andamento del riscaldamento globale, delle conseguenze della crisi climatica e della necessità di attuare subito misure di mitigazione delle emissioni di gas serra. Opinione per cui porta un lungo elenco di dati a supporto, con un intervento pubblicato sulla rivista Environment: Science and Policy for Sustainable Development.
Riscaldamento globale, la crisi climatica ha incenerito il Paris Agreement
Hansen parte da una lettura dell’andamento della temperatura media globale. È aumentata di oltre 0,4°C negli ultimi due anni, raggiungendo un picco di +1,6°C nell’agosto 2024 rispetto ai livelli preindustriali.
Ciò su cui lo scienziato ci spinge a focalizzare l’attenzione non è il dato in sé, ma la causa del balzo. Perché metà circa dell’incremento “fuori scala” rispetto alle previsioni dei modelli climatici è dovuto all’evento El Niño del 2023-2024. Ma l’altra metà dipende da un fattore strutturale.
Quale? La riduzione degli aerosol emessi dalle navi. Una conseguenza delle regolamentazioni dell’IMO introdotte nel 2020. Gli aerosol riflettono la luce solare e raffreddano il Pianeta, quindi la loro riduzione ha intensificato il riscaldamento globale. Paradossalmente, la nostra lotta all’inquinamento sta mostrando una quantità di riscaldamento globale che finora era rimasta, per così dire, nascosta.
Tutto questo ha effetti a lungo termine, non solo sulle temperature di questi anni. Anche con il passaggio a La Niña, prevede Hansen, la temperatura globale non scenderà molto sotto +1,5°C. E questo, a sua volta, porterà a un aumento di eventi climatici estremi come tempeste, inondazioni, ondate di calore e siccità improvvise.
“Un ulteriore riscaldamento dovuto a quella variazione degli aerosol delle navi sarà più lento, ma se la forzante dei gas serra continua a crescere (non ci sono prove di un rallentamento), il nuovo tasso di riscaldamento globale sarà maggiore rispetto al 1970-2010”, sottolinea Hansen. Il 2025 potrebbe dare l’allarme, con il termometro globale che per lo scienziato “scenderà appena sotto i +1,5 °C nel 2025”.
Ma non sono queste le conseguenze peggiori, avverte lo scienziato. Dovremmo piuttosto fare i conti con una probabilità molto più alta di innescare un “punto di non ritorno”, un tipping point, come lo stop dell’AMOC, il complesso sistema di correnti oceaniche che riguarda l’intero Atlantico. Se si fermasse avrebbe ripercussioni su scala planetaria. Per Hansen, se non riduciamo il riscaldamento globale, l’AMOC potrebbe collassare nei prossimi 20-30 anni, portando a un innalzamento irreversibile del livello del mare di diversi metri (anche se non in tempi brevi).
E nei prossimi decenni? Il global warming continuerà al ritmo di 0,2-0,3°C per decennio, prevede Hansen, portando la temperatura a +2°C entro il 2045. Le temperature elevate e le alte temperature oceaniche intensificheranno tempeste, precipitazioni estreme e altri eventi climatici disastrosi.