Il dato cumulato nei primi 11 mesi dell’anno segna +1,42°C. Ben sopra il record precedente, del 2022, che segnava +1,16°C. La superficie di territorio soggetta ad anomalie termiche di almeno 1 grado cresce del 10% in 2 anni
Il 2024 infrangerà il record di riscaldamento globale dell’Italia di un margine molto ampio. Oggi il primato è quello del 2022. In quell’anno, la temperatura media del Belpaese è stata 1,15°C più alta rispetto alla media degli ultimi 30 anni (1991-2020). Con l’arrivo dei dati relativi a novembre, i primi 11 mesi del 2024 si attestano a quota +1,42°C.
Quasi 3 decimi di grado in più. Un’enormità, soprattutto se si guarda i dati da una prospettiva più ampia. Nel giro di appena 6 anni, il record di riscaldamento globale in Italia – misurato come anomalia termica rispetto alla temperatura media – è più che raddoppiato. Il 2024 batterà il 2022 di circa 0,3°C, mentre il 2022 a sua volta aveva superato il primato del 2018 (+0,65°C) di ben mezzo grado.
È quanto emerge dal monitoraggio del clima in Italia condotto dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) del Consiglio nazionale delle Ricerche (CNR), che ha da poco rilasciato i dati relativi a novembre 2024.
Dall’analisi condotta su dati ERA5 da Lorenzo Arcidiacono, il 2024 ha già battuto un altro record importante: quello della percentuale di territorio esposto ad anomalie termiche forti o estreme. Se le aree con oltre 3 gradi sopra media sono state più ridotte rispetto al 2023 e al 2022, aumentano molto quelle con anomalia positiva di almeno 1°C. Nel complesso, la parte di territorio soggetta a temperature elevate in 2 anni è aumentata di circa il 10%.
Riscaldamento globale in Italia, i dati a novembre 2024
La traiettoria del riscaldamento globale in Italia per il 2024 è ormai segnata, nonostante novembre sia stato un altro mese piuttosto vicino alla media storica.
A livello nazionale, lo scostamento è di +0,38°C, rendendo questo mese il 20° più caldo dal 1800 a oggi. Il Nord ha il livello di riscaldamento globale minore con +0,27 gradi, e molte aree del Nord-Est (Romagna, basso Veneto e Friuli) hanno registrato temperature medie leggermente sotto media. Con l’eccezione delle isole maggiori, Liguria, Piemonte e Trentino-Alto Adige, la temperatura in tutto il resto della penisola è stata sostanzialmente nella media storica trentennale.
Quanto ai dati delle temperature estreme, le minime sono arrivate anche molto sotto media, in gran parte d’Italia e soprattutto al Centro e nel Nord-Est, mentre le massime sono state sopra media quasi ovunque, soprattutto tra Sardegna, Piemonte, trentino Alto-Adige e l’Appennino centrale.