La perdita di enormi masse di ghiaccio rischia di intensificare il riscaldamento, accelerando ulteriormente la stessa fusione. Un nuovo studio quantifica questo feedback climatico
L’aumento modifica al rialzo la traiettoria odierna del riscaldamento globale
(Rinnovabili.it) – Ci sono 4 decimi di grado Celsius che nessuno ha mai conteggiato nel computo del riscaldamento globale. Se ne sono accorti i ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) rivedendo i modelli climatici relativi all’impatto dello scioglimento dei ghiacci.
Gli scienziati dell’istituto tedesco hanno utilizzato un modello climatico che include componenti sui dati di atmosfera, oceano, mare e ghiaccio terrestre per prevedere il cambiamento di temperatura dovuto alla perdita di ghiaccio. Previsioni testate in una varietà di scenari diversi di emissioni.
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Il risultato dello studio peggiora le previsioni sulla traiettoria odierna del riscaldamento globale. Con gli attuali livelli di CO2 atmosferica, che è pari a 411 parti per milione, lo scioglimento del ghiaccio marino artico, dei ghiacciai alpini e delle calotte polari aumenterebbe la temperatura di 0,4°C. Un aumento che deve essere aggiunto ai dati su cui ci siamo basati finora. E che ci mette già oltre il limite di 1,5°C fissato con l’Accordo di Parigi.
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Il principale fattore alla base di questo aumento imprevisto della temperatura è il fenomeno dell’albedo. Il principio è tanto intuitivo quanto di ampio impatto. Il ghiaccio ha un colore più chiaro dell’acqua di mare e delle rocce e dei suoli. Di conseguenza, tende a riflettere di più la radiazione solare e il calore. Se svanisce, aumenta la superficie più scura, che immagazzina più calore. E su scala planetaria questo fa aumentare sensibilmente la temperatura globale. “Se le masse di ghiaccio globali si riducono, ciò cambia la quantità di luce solare che colpisce la superficie terrestre e viene riflessa nello spazio”, riassume l’autore principale dello studio, Nico Wunderling.
Gli scienziati entrano poi nel dettaglio e riescono a isolare l’impatto che deriverebbe dal solo scioglimento del ghiaccio marino artico. Anche “soltanto” un Polo Nord totalmente senza ghiaccio durante i mesi estivi provocherebbe un innalzamento delle temperature globali di ben 0,2°C.