Il vapore acqueo prodotto dallo scioglimento dei ghiacci marini dell’Artico ha un’impronta geochimica univoca. Così si può stabilire un legame diretto tra il clima del Polo Sud e gli eventi eccezionali di freddo in Europa
C’è il riscaldamento globale dietro l’ondata di freddo che ha colpito il continente
(Rinnovabili.it) – Il colpo di coda dell’inverno che ha portato neve e gelo su buona parte dell’Italia e in quasi tutta Europa è legato allo scioglimento dei ghiacci dell’Artico. C’è il riscaldamento globale dietro le nevicate che hanno imbiancato il nostro continente e le temperature molto rigide, anche da record per la stagione, che hanno dato molte preoccupazioni agli agricoltori.
“Il cambiamento climatico non si manifesta sempre nei modi più ovvi. È facile estrapolare modelli per mostrare che gli inverni si stanno facendo più caldi e prevedere un futuro praticamente senza neve in Europa”, avverte Alun Hubbard del CAGE Center for Arctic Gas Hydrate, Environment and Climate presso l’Arctic University di Norvegia.
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Hubbard è co-autore di uno studio scientifico con cui ha scoperto che lo scioglimento dei ghiacci marini nell’Artico, che è provocato dal riscaldamento globale, ha una correlazione esplicita e diretta con l’aumento delle precipitazioni nevose in alcune parti d’Europa. Il suo artico ha studiato il “Beast from the East”, l’ondata eccezionale di gelo che si è abbattuta principalmente sulle isole britanniche tra febbraio e marzo del 2018, causando oltre 1 miliardo di euro di danni.
Ma l’analisi dei trend di lungo periodo, con i dati degli ultimi decenni, conferma questa ipotesi. Come è possibile stabilire un legame così stretto tra lo scioglimento dell’Artico e l’incremento delle nevicate in Europa? Hubbard e altri ricercatori hanno scoperto che il vapore atmosferico – generato dalla fusione della calotta polare – che viaggia verso sud dall’Artico ha un’impronta geochimica unica. Che ne rivela con precisione l’origine: il mare di Barents e parte dell’Oceano Artico tra Norvegia, Russia e le isole Svalbard. Nel caso dell’evento del 2018, è da queste aree che proveniva l’88% della neve caduta in Europa.
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“ll ghiaccio marino è effettivamente un coperchio sull’oceano – spiega Hanna Bailey, prima firma dello studio – E con la sua riduzione a lungo termine in tutto l’Artico, stiamo assistendo a quantità crescenti di umidità che entrano in atmosfera durante l’inverno, il che ha un impatto diretto ulteriore sul meteo più a sud, provocando nevicate molto abbondanti. Potrebbe sembrare controintuitivo, ma la natura è complessa e ciò che accade nell’Artico non rimane nell’Artico”.