Uno studio pubblicato su The Cryosphere identifica con precisione, per la prima volta, i tipping point di questo flusso glaciale antartico. Da cui dipende la stabilità dell’intera porzione occidentale della calotta
La ritirata del ghiacciaio Pine Island a causa del riscaldamento globale allarma gli scienziati
(Rinnovabili.it) – Uno dei più grandi flussi glaciali dell’Antartide sta per raggiungere il punto di non ritorno. Il ghiacciaio Pine Island, nella porzione occidentale del continente ghiacciato, può iniziare una ritirata rapida e irreversibile a causa del riscaldamento globale, con effetti a cascata molto importanti. Tra questi, un innalzamento del livello degli oceani di alcuni metri.
Il ghiacciaio Pine Island è da tempo al centro degli studi di chi si occupa di criosfera e concentra l’attenzione sul Polo Sud. La calotta antartica infatti è più instabile nella sua porzione occidentale. E il ghiacciaio è tra i punti più irrequieti. Adesso una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica The Cryosphere identifica tre punti di non ritorno. E il superamento del terzo può innescare un processo inarrestabile.
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Secondo il team di ricerca della Northumbria University che ha lavorato allo studio, un aumento della temperatura delle acque di 1,2°C è il tipping point che innesca una ritirata veloce del ghiacciaio Pine Island. Non è un’ipotesi remota: i ricercatori affermano che le tendenze a lungo termine di riscaldamento globale, con aumento delle temperature dell’acqua profonda circumpolare in combinazione con i cambiamenti dei pattern dei venti nel mare di Amundsen, potrebbero esporre la piattaforma di ghiaccio del ghiacciaio Pine Island ad acque più calde per periodi di tempo più lunghi, rendendo i cambiamenti di temperatura di questa entità sempre più probabile.
La ritirata del ghiacciaio innescherebbe a sua volta altri cambiamenti. Anche questi tutt’altro che secondari: si tratterebbe di una destabilizzazione generale di tutta la porzione occidentale della calotta antartica. Il ghiaccio di Pine Island oggi è responsabile, da solo, del 10% dell’aumento del livello dei mari in tutto il mondo. Gli scienziati calcolano che, nel lungo periodo, l’instabilità della metà occidentale dell’Antartide potrebbe portare ad un aumento delle acque di circa 3 metri.
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“La possibilità che il Pine Island Glacier entri in una ritirata instabile è stata sollevata in precedenza, ma questa è la prima volta che questa possibilità è rigorosamente stabilita e quantificata”, spiega Hilmar Gudmundsson, professore di glaciologia e ambienti estremi e co-autore dello studio. “Questo è un importante passo avanti nella nostra comprensione delle dinamiche di quest’area e sono entusiasta che ora siamo stati in grado di fornire finalmente risposte certe a questa importante domanda”.