Secondo il Met Office, il 2024 si potrebbe chiudere con +1,58°C di global warming. Continuerà l’influenza del Niño. La mancata comprensione delle dinamiche che hanno portato il 2023 a ridosso di 1,5 gradi aumenta l’incertezza sulle previsioni per il futuro
Il riscaldamento globale sta accelerando
(Rinnovabili.it) – Nel 2020 la temperatura media del Pianeta è salita sopra +1,2°C rispetto al periodo preindustriale e la comunità scientifica si attendeva che il riscaldamento globale sarebbe rimasto più o meno su quei valori negli anni successivi. Non è andata così: il 2023 si sta chiudendo a quasi +1,5°C, tra l’estate e l’autunno abbiamo vissuto diversi mesi oltre +1,7°C e per alcuni giorni a novembre abbiamo anche superato la soglia dei 2 gradi. Il global warming sta accelerando. Cosa succederà al riscaldamento globale nel 2024?
Il 2024 sarà più caldo del 2023: Met Office
Secondo il Met Office britannico, il riscaldamento globale nel 2024 supererà i livelli di quest’anno. Se il 2023 si appresta a diventare l’anno più caldo di sempre, battendo i primati precedenti del 2016 e del 2020, i prossimi 12 mesi saranno segnati da anomalie termiche ancora più marcate.
Le previsioni del Met Office fissano la temperatura media globale per il 2024 in una forchetta compresa tra +1,34°C e +1,58°C, con una stima centrale di +1,46°C. “La previsione è in linea con l’attuale tendenza al riscaldamento globale di 0,2°C per decennio, ed è rafforzata da un significativo evento di El Niño. Quindi, ci aspettiamo due nuovi anni record di temperatura globale consecutivi e, per la prima volta, prevediamo una ragionevole possibilità che un anno superi temporaneamente 1,5°C”, argomenta Nick Dunstone del Met Office.
El Niño spinge ancora il riscaldamento globale nel 2024
Una previsione condivisa da altri scienziati del clima e su cui incidono diversi fattori. Su tutti l’influenza del “Bambino”. Da solo, un evento El Niño da moderato a forte può aumentare il global warming di circa 2 decimi di grado. Quello in corso in questi mesi è di intensità elevata e, secondo le proiezioni, dovrebbe aver toccato il picco nelle settimane scorse ma il suo segnale – un’anomalia termica molto marcata nelle acque del Pacifico equatoriale – dovrebbe proseguire per tutto l’inverno, quindi anche nei primi mesi del 2024. Esaurito il “Bambino”, i suoi effetti dovrebbero continuare a farsi sentire per qualche altro mese sulle temperature globali.
Sforare 1,5°C solo temporaneamente?
I livelli di riscaldamento globale del 2024 renderanno ancora più incandescente il dibattito in corso su cosa significa sforare la soglia di 1,5 gradi. Il limite più ambizioso dell’Accordo di Parigi non viene infranto se il mondo supera quella temperatura per un solo anno. E tutti gli scenari emissivi più ottimisti ma, al tempo stesso, realistici, che ha elaborato l’ultimo rapporto dell’IPCC parlano di “temporary overshoot” della soglia di 1,5 gradi: arrivare cioè a 1,6°C (overshoot minimo) o 1,8°C (overshoot consistente) ma tornando sotto quota 1,5°C prima della fine del secolo.
Ma quando potremo dire di aver superato realmente questo limite nel senso di aver sforato il Paris Agreement? La comunità scientifica è divisa. Alcuni scienziati sostengono che servano diversi anni consecutivi oltre la soglia per parlare davvero di sforamento. Altri, invece, ritengono che abbiamo già oltrepassato il limite. Il motivo? I prossimi anni avranno livelli di riscaldamento globale più alti di quelli, già record, di oggi. E calcolando la media del global warming su un periodo di 5-10 anni, probabilmente il momento dello sforamento verrà fissato proprio attorno al 2023.
“Io sostengo che entro il prossimo anno o due (2024-25) saliremo a 1,6°, 1,7°C di riscaldamento. Poi, una volta che El Niño sarà finito, tornerà indietro, ma non scenderà fino a 1,2°C”, commenta James Hansen, uno dei pionieri degli studi sul riscaldamento globale (che alcuni criticano per “catastrofismo”). “Potrebbe scendere fino a 1,4°C o giù di lì, ma poiché il pianeta è così fuori equilibrio non scenderà di molto. Quindi siamo già al limite del riscaldamento di 1,5°C, e secondo la mia stima abbiamo più 2°C in cantiere entro la metà e la fine degli anni ’30”.