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Il riscaldamento globale 2023 supererà per la 1° volta gli 1,5 gradi

Riscaldamento globale di 1,5°C: Ipcc, sforeremo nel 2032
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Le previsioni di Berkeley, coerenti con i dati di dicembre di Copernicus

(Rinnovabili.it) – Abbiamo già la certezza, virtuale, che il 2023 diventerà l’anno più caldo di sempre battendo i record precedenti del 2016 e del 2020. Con i dati di novembre e delle prime due settimane di dicembre, diventa sempre più concreta la possibilità che quest’anno raggiungeremo un altro primato. Secondo l’osservatorio di Berkeley, infatti, c’è il 99% di probabilità che il riscaldamento globale 2023 superi la soglia di 1,5 gradi. Secondo i dati usati dal sistema europeo Copernicus, che si appoggia a ERA5, il periodo tra gennaio e novembre 2023 è stato 1,46°C più caldo della media storica, mentre i primi 15 giorni di dicembre si attestano a +1,62°C.

Cosa significa sforare gli 1,5 gradi?

Sarebbe la prima volta non solo da quando esistono le rilevazioni scientifiche, ma negli ultimi 120mila anni. Sforare la soglia di 1,5°C per un solo anno non significa aver mancato l’obiettivo più ambizioso del Paris Agreement. Anche se manca un consenso scientifico in merito, molti scienziati del clima ritengono che si possa affermare di aver varcato il limite di Parigi quando lo sforamento avviene per più anni consecutivi.

“Tuttavia, anomalie isolate superiori a 1,5°C sono un segno che la Terra si sta avvicinando a quel limite. È probabile che il riscaldamento globale farà sì che la media a lungo termine superi 1,5°C nel corso degli anni ’30, a meno che non si raggiungano presto riduzioni significative delle emissioni di gas serra”, notano gli scienziati di Berkeley.

E in ogni caso, la quantità di energia termica aggiuntiva presente nel sistema climatico terrestre dà già oggi un assaggio di quella che potrebbe essere la “normalità” in un mondo stabilmente 1,5 gradi più caldo dell’era pre-industriale. Portando, ad esempio, a maggiori e più intensi eventi estremi.

Come siamo arrivati al record di riscaldamento globale 2023?

La maggior parte dell’aumento della temperatura rispetto alla media della seconda metà dell’800 a cui stiamo assistendo quest’anno è dovuto all’accumulo di gas serra climalteranti in atmosfera generati dalle attività umane. Il picco del 2023, però, è attribuibile a una serie di concause, alcune antropiche e altre legate alla variabilità naturale del Pianeta.

Tra le prime si segnala la riduzione dell’inquinamento causato dal trasporto marittimo, che rifletteva nello spazio una porzione di energia termica significativa. Tra le seconde, invece, l’onda lunga dell’esplosione del vulcano sulle isole Tonga e, soprattutto, la fase attuale con un El Niño molto potente, che si dovrebbe prolungare per tutto l’inverno.

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