Per il 7° anno di fila, la colonnina di mercurio è rimasta sopra 1 grado di riscaldamento globale
(Rinnovabili.it) – Tempo di bilanci per la curva del riscaldamento globale. Nel 2021, secondo i dati consolidati dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), la temperatura è stata di 1,11°C sopra la media del periodo preindustriale, cioè la seconda metà del 19° secolo, con un margine di errore di ±0,13 gradi. Per il 7° anno di fila, la colonnina di mercurio è rimasta sopra 1 grado di global warming.
Numeri che derivano da una media dei 7 monitoraggi più autorevoli delle temperature dell’aria e della superficie marina: tre statunitensi (NOAA, NASA e la no-profit Berkeley Earth), due britannici (Met Office e università dell’East Anglia con la sua unità di ricerca sul clima), l’europeo Copernicus e il giapponese JMA.
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Anche se il 2021 non ha fatto segnare il record assoluto di riscaldamento globale, dall’OMM sottolineano un dato che non può passare inosservato. La temperatura globale è stata in media a livelli molto alti anche se quest’anno si è verificata La Niña, una teleconnessione atmosferica che si verifica a livello dell’Equatore nel Pacifico orientale (ma ha effetti globali) che è nota per il suo effetto “rinfrescante”.
Nel complesso, questo significa che “il riscaldamento del 2021 è stato relativamente meno pronunciato rispetto agli anni recenti”, ma “anche così, il 2021 è stato ancora più caldo degli anni precedenti influenzati da La Niña”, puntualizza il segretario generale dell’OMM Petteri Taalas. “Il riscaldamento complessivo a lungo termine come risultato dell’aumento dei gas serra è ora molto più grande della variabilità da un anno all’altro delle temperature medie globali causate dai fattori climatici naturali”.
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Anche con un riscaldamento globale di “appena” 1,1°C, gli impatti del cambiamento climatico si fanno sentire in tutto il globo e lasciano una scia di danni sempre più pronunciata. Un aspetto che l’OMM sottolinea con forza.
“L’anno 2021 sarà ricordato per una temperatura da record di quasi 50°C in Canada, paragonabile ai valori registrati nel caldo deserto sahariano dell’Algeria, per le piogge eccezionali e le inondazioni mortali in Asia e in Europa, così come la siccità in alcune parti dell’Africa e del Sud America”, continua Taalas. “Gli impatti del cambiamento climatico e i pericoli legati al meteo hanno avuto un impatto devastante che ha cambiato la vita delle comunità di ogni singolo continente”.