Il riscaldamento globale galoppa anche senza El Niño
(Rinnovabili.it) – Il 2020 è stato l’anno più caldo della storia, secondo i dati rilevati dal sistema satellitare europeo Copernicus. Il primato di riscaldamento globale è condiviso con il 2016. “Gli straordinari eventi climatici del 2020 ei dati del Copernicus Climate Change Service ci dimostrano che non abbiamo tempo da perdere“, ha dichiarato a Reuters Matthias Petschke, direttore per lo spazio della Commissione europea.
La temperatura media del pianeta, misurata alla superficie, ha raggiunto gli 1,25°C in più rispetto al periodo pre-industriale del 1850-1900. Un dato vicinissimo alla prima soglia stabilita dall’accordo di Parigi, quel 1,5°C che, secondo un vasto consenso scientifico, è necessario per evitare gli impatti peggiori del riscaldamento globale.
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Un record bollente, raggiunto peraltro in un anno in cui non si è presentato il fenomeno climatico di El Niño, al contrario del 2016. E nonostante il 2020 sia stato l’anno dei lockdown e del Covid-19, del crollo senza precedenti della domanda di energia e delle emissioni di gas climalteranti.
Il riscaldamento globale si è fatto sentire ovunque sul pianeta. Per l’Europa è stato un anno record, il più caldo mai registrato, con la colonnina di mercurio che è stata in media 1,6°C al di sopra della norma. A influenzare in modo decisivo questo dato l’ondata di caldo che ha colpito l’Europa occidentale tra la fine di luglio e l’inizio di agosto.
L’Artico e la Siberia settentrionale hanno visto temperature medie particolarmente estreme nel 2020. E’ qui che si sono registrati gli scostamenti maggiori, con un’ampia regione che ha segnato 3°C in più rispetto alla media a lungo termine e alcune località che, addirittura, hanno toccato medie di 6°C sopra la media. Temperature che, a loro volta, hanno innescato una tremenda stagione di incendi nell’Artico, con un record di 244 milioni di tonnellate di CO2 rilasciate all’interno del circolo polare artico. E anche il ghiaccio marino artico ha fatto segnare record negativi.
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Il 2020 “si distingue per il suo calore eccezionale nell’Artico”, ha dichiarato Carlo Buontempo, direttore di Copernicus. “Non sorprende che l’ultimo decennio sia stato il più caldo mai registrato, ed è ancora un altro promemoria dell’urgenza di riduzioni ambiziose delle emissioni per prevenire impatti climatici negativi”.