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La Germania sta mancando gli obiettivi di riduzione delle emissioni

Un piano inadeguato e politiche troppo timide portano gli esperti del governo tedesco a criticare la strategia di riduzione delle emissioni

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Foto di Mika Baumeister su Unsplash

La reazione alla pandemia, la guerra e la crisi energetica stanno mandando a gambe all’aria le politiche per la riduzione delle emissioni nel paese “modello” della transizione ecologica

(Rinnovabili.it) – Un terremoto si è abbattuto ieri sulla politica climatica tedesca, quando sono arrivati i numeri sulle performance del paese sulla riduzione delle emissioni. Gli obiettivi climatici di Berlino contemplano un taglio dei gas serra del 65% entro il 2030. Ma probabilmente non verranno raggiunti. Lo dice il rapporto dei consulenti climatici del governo, un team di cinque scienziati che svolge un ruolo di advisory per l’amministrazione federale. Se saltano gli obiettivi al 2030, significa che anche l’obiettivo di emissioni nette zero al 2045 traballa.

La Germania potrebbe non essere l’unico paese a trovarsi in questa scomoda situazione, fatta di promesse altisonanti e realtà molto più magra. Ma per ora è il solo nel quale l’expertise contrattualizzata dal governo non si morde la lingua. L’effetto sulla reputazione è di quelli dolorosi. Non solo per la “grande Germania”, ma per tutta l’Unione Europea. Le istituzioni comunitarie hanno infatti promesso di essere un leader sulle politiche per il clima e, tra gli stati membri, la Germania è quello con gli obiettivi più ambiziosi. Ora però, l’effetto del rimbalzo economico dopo la pandemia, più guerra e crisi energetica, hanno spinto molti governi verso ricette vecchio stampo. La crisi climatica quindi, faticosamente portata in agenda dalle mobilitazioni giovanili ed ecologiste, è scivolata subito fuori dai radar.

Con le sue 130 misure per il clima, il governo tedesco ha preso di punta diversi settori. Tuttavia, gli esperti affermano che non basta. Trasporti e costruzioni sono i comparti più lontani dagli obiettivi, dice il dossier. Entro il 2030, quest’ultimo presenterà un gap di 35 milioni di tonnellate di CO2 equivalente se non si prendono misure urgenti. Nel settore dei trasporti, invece, mancheranno all’appello tra le 117 e le 191 milioni di tonnellate.

Ad oggi non è chiaro come verrà colmato il divario, che potrebbe perfino allargarsi. Anche se le misure previste saranno completamente attuate. Questo perché il programma, secondo il gruppo di esperti climatici, contiene “notevoli imprecisioni e incertezze”. Pertanto, in una nota si legge che “la riduzione complessiva prevista è probabilmente sovrastimata”. 

“Vediamo la necessità di un intervento da parte del governo federale sia per quanto riguarda il miglioramento della base di dati per la politica climatica, sia per colmare il divario rimanente tra gli obiettivi, sia per sviluppare un concetto globale”, ha affermato la vicepresidente Brigitte Knopf. Anche il programma di protezione del clima è inadeguato “a causa della mancanza di valutazione delle conseguenze economiche, sociali ed ecologiche di altra natura”.