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2000 anni di anelli degli alberi confermano i record di riscaldamento globale del 2023

Uno studio ha analizzato gli anelli di accrescimento degli alberi in 15 siti dell’emisfero boreale, ricostruendo in modo puntuale e molto dettagliato le temperature delle estati degli ultimi 2 millenni. Confrontandole con i dati delle serie storiche degli ultimi 150 anni, ottenuti con l’uso di termometri, emerge che il 2023 è stato 1,2°C più caldo dell’estate più calda mai registrata nell’epoca pre-industriale, quella del 246 d.C.

Record riscaldamento globale: l’estate 2023 è la più calda da 2000 anni
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A livello mondiale, l’estate 2023 aveva segnato il nuovo record di riscaldamento globale con +0,66°C sul 1991-2020

L’estate del 2023 nell’emisfero boreale è stata la più calda da almeno 2000 anni a questa parte. Non solo da quando esistono le serie storiche basate sulle rilevazioni puntuali tramite termometro, cioè circa dal 1850. Come è possibile stabilirlo? Il record di riscaldamento globale è scritto negli anelli di accrescimento degli alberi.

Secondo i dati del sistema europeo satellitare Copernicus, i mesi da giugno ad agosto del 2023 sono stati 0,66°C più caldi, a livello globale, rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Un primato. Considerando solo l’emisfero nord, il valore dell’anomalia termica sale a 0,83°C. Ma questi dati si inseriscono in serie storiche relative solo agli ultimi 170 anni, fortemente influenzati dall’attività umana e dalla massiccia emissione di gas serra di origine antropica.

In passato, durante l’Olocene e cioè negli ultimi 10mila anni, per la variabilità naturale del sistema climatico terrestre, si sono verificati periodi (relativamente) più caldi. Qual è la loro temperatura, rispetto a quella registrata la scorsa estate? E quindi: quanto pesano davvero le attività umane, e quanto la crisi climatica in corso è da attribuire alle emissioni antropiche, originate soprattutto dall’uso di combustibili fossili?

1,2 gradi più calda dell’estate del 246 d.C.

Per rispondere a queste domande, un gruppo di ricercatori dell’università Johannes Gutenberg di Mainz, in Germania, e dell’università di Oxford, hanno usato un metodo che ha solide basi scientifiche per ricostruire l’andamento della temperatura prima dell’avvento delle misurazioni tramite termometri. E cioè la misurazione degli anelli degli alberi. Gli autori si sono basati sull’analisi di questo “termometro naturale” osservando 15 diversi siti sparsi in tutto l’emisfero boreale, a nord del tropico del Cancro. Riuscendo a ricostruire le temperature dell’estate per tutti gli ultimi 2000 anni.

Dal confronto con i dati dell’estate 2023 emerge che, a ragione, possiamo parlare di record di riscaldamento globale. Quei mesi dell’anno scorso sono stati 1,2 gradi più caldi dell’estate più calda degli ultimi 2000 anni (prima dell’inizio dell’era industriale), quella dell’anno 246. Ben 25 degli ultimi 28 anni sono stati più caldi di quel record a cavallo tra fine dell’età classica e alto medioevo.

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