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C’è il 99% di probabilità che il 2023 segni il nuovo record di riscaldamento globale

Caldo luglio 2023 Italia: perché è stato eccezionale?
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I calcoli della NOAA statunitense

(Rinnovabili.it) – La probabilità che il 2023 diventi l’anno più caldo di sempre è ormai superiore al 99%. È quindi virtualmente certo che quest’anno batterà il record di riscaldamento globale finora detenuto dal 2016. Lo afferma la National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti, una delle istituzioni che monitora l’andamento del global warming a livello globale, dopo aver elaborato i dati relativi al mese di settembre.

Verso il nuovo record di riscaldamento globale

“La temperatura superficiale globale media da inizio anno è stata la più calda mai registrata con 1,10 gradi sopra la media del 20° secolo”, che è pari a 14,1 gradi, scrive la NOAA. “Il Sud America e l’Europa hanno registrato il loro record da inizio anno a livello più caldo, mentre l’Africa ha registrato il secondo record più caldo”. Numeri che permettono di ritenere che “c’è una probabilità superiore al 99% che il 2023 si classificherà come l’anno più caldo mai registrato”.

Settembre è stato il 4° mese di fila a battere ogni record di riscaldamento globale precedente. In particolare, lo scorso mese è quello con l’anomalia termica più pronunciata non solo in confronto a tutti gli altri settembre nella serie storica (iniziata 174 anni fa), ma anche rispetto a qualsiasi altro mese. Il termometro globale, infatti, è stato 1,44°C sopra la media del 20° secolo, sforando così di molto la soglia degli 1,5 gradi rispetto all’epoca pre-industriale, convenzionalmente identificata con la seconda metà dell’800.

Cosa contribuisce al global warming del 2023?

Diversi fattori stanno contribuendo a questa impennata estremamente significativa delle temperature globali. Il bilancio energetico della Terra non è mai stato così in positivo: la radiazione solare che raggiunge il pianeta e viene trattenuta equivale all’energia sprigionata da quasi 16 bombe atomiche come quella sganciata su Hiroshima ogni secondo.

Una diminuzione degli aerosol in sospensione in atmosfera – particelle che riflettono la luce solare e aiutano limitare l’effetto serra generate dalle stesse fonti che emettono gas serra – dovuta anche all’efficacia delle politiche climatiche sta certamente contribuendo, anche se manca ancora una quantificazione attendibile.

Ci sono poi le temperature record alla superficie degli oceani, che continuano a registrare ininterrottamente record globali dalla fine di marzo. Il calore trattenuto dagli oceani viene gradualmente rilasciato in atmosfera, contribuendo a spingere in alto la colonnina di mercurio globale. Gli oceani assorbono circa il 90% della radiazione solare in arrivo sul Pianeta. Vanno poi ricordati fattori non legati al cambiamento climatico di origine antropica, ad esempio un fattore che attiene alla variabilità naturale del clima terrestre come El Niño, che tra l’inverno e la primavera dovrebbe arrivare alla massima intensità.

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