Record di caldo anche per le acque del Baltico
(Rinnovabili.it) – Per l’Europa il 2021 è stato “un anno di contrasti”, ma costellato di indizi sempre più evidenti dell’impatto del cambiamento climatico. Dal record di caldo assoluto per i mesi estivi alle piogge eccezionali che hanno messo in ginocchio buona parte dell’Europa centrale, l’anno scorso ha registrato diversi primati. Ma, soprattutto, ha fatto intravedere quale può essere la nuova normalità dovuta alla crisi climatica.
Il clima 2021 nei dati di Copernicus
È il quadro che emerge dal rapporto European State of the Climate Report pubblicato oggi dal sistema di monitoraggio satellitare europeo Copernicus. I dati consolidati dicono che il 2021 è stato il 5°-7° anno più bollente della storia, e che tutti i 7 anni più caldi di sempre sono concentrati dal 2015 in avanti. A livello globale, se si considera solo l’ultimo decennio, è stato un anno “fresco” grazie all’apporto di La Niña che ha raffreddato le temperature marine con effetti a cascata su quelle dell’aria in superficie sia su terraferma che sugli oceani. Ma quest’ultime sono comunque arrivate a toccare, rispettivamente, +1,1°C e +1,2°C rispetto all’epoca pre-industriale.
Globalmente, il livello del mare ha continuato a crescere durante il 2021 con un aumento totale di circa 9 cm dal 1993. Nella regione artica il climate change si è fatto avvertire come di consueto in modo più pronunciato. Le emissioni di carbonio causate dagli incendi nell’Artico sono le 4° più elevate sin dall’inizio delle registrazioni nel 2003, soprattutto quelle provenienti dalla Siberia orientale. L’estensione minima del ghiaccio marino è stata la 12° più bassa dall’inizio delle registrazioni satellitari nel 1979, mentre il mare di Groenlandia ha registrato l’estensione minima di ghiaccio marino più bassa mai segnalata. Groenlandia e Antartide anno perso, rispettivamente, 397 (± 12) e 93 (± 157) miliardi di tonnellate di ghiaccio. Sul fronte delle emissioni, quelle di CO2 sono aumentate di 2,3 parti per milione mentre l’incremento del metano è stato molto significativo: +16,5 parti per miliardo.
Record di caldo per l’Europa
E in Europa? Il global warming nel 2021 si è fermato a +0,2°C sul 1991-2020, fuori dai primi 10 più caldi. Ma anche in un anno meno bollente rispetto a quelli appena trascorsi, la crisi climatica ha lasciato segni più che evidenti sul vecchio continente. L’Europa ha registrato un record di caldo assoluto durante l’estate, a Siracusa. Ma tutti i mesi estivi, nel complesso, sono da primato con una temperatura di ben 1°C superiore alla media del periodo 1991-2020. Un segnale di quanto la corsa del riscaldamento globale stia accelerando negli ultimi decenni.
“Durante l’ondata di caldo estivo, sono stati superati molti record di temperatura, compreso il record nazionale preliminare della Spagna pari a 47.0°C e il record europeo preliminare di 48.8°C in Italia. In alcune zone dell’Italia, della Grecia e della Turchia, l’ondata di calore è durata da due a tre settimane. Inoltre, le diffuse condizioni di siccità hanno provocato numerosi e devastanti incendi, soprattutto in Italia, Grecia e Turchia. Nella regione mediterranea, l’area totale interessata dagli incendi durante i mesi di luglio e agosto, ha superato gli 800.000 ettari”, riassume il rapporto di Copernicus.
Sempre durante l’estate, a luglio, una devastante alluvione ha piegato il centro Europa, soprattutto Germania e Belgio. Un evento che è stato definito eccezionale, ma che lo è (e lo sarà) sempre meno. E nel quale ha giocato un ruolo il cambiamento climatico. Da cosa dipendono le piogge copiose che hanno saturato i suoli e hanno portato la Mosa e il Reno a scarichi da record? Un sistema di bassa pressione in lento movimento ha attraversato l’Europa, portando aria umida proveniente dal Mar Baltico. Questo era insolitamente caldo, nel 2021 l’anomalia termica di questo mare ha toccato anche i 5 gradi. Più calore nel sistema si traduce in più umidità in aria (per 1°C in più l’umidità cresce del 7% in media), e di conseguenza in precipitazioni più abbondanti.
“Il 2021 è stato un anno di estremi, tra cui l’estate più calda d’Europa, le ondate di calore nel Mediterraneo, le alluvioni e l’assenza di venti Europa occidentale”, commenta Carlo Buontempo, direttore di Copernicus. “Ciò dimostra che la comprensione di episodi meteorologici e climatici estremi assume un’importanza sempre maggiore per i settori chiave della società. Informazioni accurate rispetto alla situazione climatica sono più che mai fondamentali per supportarci nel prendere decisioni informate”.