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I ragazzi Fridays For Future di nuovo in piazza per il clima

Lo sciopero nazionale dei giovani ispirati dai venerdì-senza-scuola di Greta Thunberg, la diciassettenne svedese che per qualche ora era stata la candidata più prossima a vincere il premio Nobel per la pace

Fridays For Future
Foto di Jasmin Sessler da Pixabay

di Tommaso Tetro

L’appello dei Fridays For Future: nessun governo ascolta la scienza

(Rinnovabili.it) – I ragazzi dei Fridays For Future (FFF) scendono di nuovo in piazza per uno sciopero nazionale per il clima in tutte le città italiane. I giovani – ispirati da Greta Thunberg che nel 2018 intraprese in solitaria il primo sciopero scolastico davanti al Parlamento svedese per chiedere impegni climatici concreti – hanno manifestato lanciando un grido di allarme: “Scioperiamo da una giornata di scuola o di lavoro per inchiodare le persone al potere alle loro responsabilità e al loro tradimento. Nessun governo, nemmeno quello italiano, ha ascoltato sul serio gli allarmi che la comunità scientifica ripete da anni”.

In oltre 100 città – spiegano – tra scioperi e presidi studenteschi i Fridays si sono impegnati a rispettare le disposizioni di sicurezza per la protezione contro il coronavirus. E proprio oggi Greta, ormai riconosciuta paladina internazionale della difesa del Pianeta, era stata per qualche ora la principale candidata a ricevere il premio Nobel per la pace, poi assegnato al World food programme delle Nazioni Unite. Alla vigilia era infatti considerata, anche dai bookmakers, tra i favoriti per il prestigioso riconoscimento. Sarebbe potuta diventare la seconda persona più giovane di sempre a ricevere un Nobel, dopo quello assegnato alla pachistana Malala Yousafzai nel 2014, per aver promosso il diritto dei bambini all’istruzione. La diciassettenne svedese però non ci credeva più di tanto, e in un’intervista al giornale di Stoccolma ‘Aftonbladet’ aveva definito “molto improbabile” una vittoria degli attivisti del clima e del movimento dei Fridays. Anche se aveva fatto presente come molti altri candidati, con nomi “eccellenti”, avrebbero potuto vincere il Nobel.

Parlano di un decennio “cruciale”, i ragazzi dei Fridays italiani mettendo in evidenza l’urgenza di azioni concrete per combattere i cambiamenti climatici ed arrestare le emissioni di CO2: “Le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo sono determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni”. I ragazzi di Greta hanno lanciato anche il loro personale Recovery plan, chiedendo al governo di investire quelle risorse sulla transizione ecologica. L’obiettivo del Piano dei Fridays – una vera e propria campagna che si chiama ‘Ritorno al futuro’ e si rivolge prima di tutto al governo – è di tagliare le emissioni di CO2 del 12% all’anno, così da arrivare a un quasi ‘zero’ emissioni al 2030. Messo a punto insieme a decine di esperti e associazioni, durante la crisi sanitaria da coronavirus e in pieno lockdown, è un Piano per la ripresa pronto per essere usato: pilastro di base la transizione ecologica; sette i capisaldi di riferimento, dall’economia decarbonizzata alla tutela della salute. Alla base l’idea che alla “crisi climatica e a quella sociale ci sia un’unica soluzione”: e cioè la transizione ecologica.

“Siamo di nuovo in piazza. Nonostante ci troviamo in una pandemia globale, la crisi climatica non si è fermata – dicono i ragazzi dei Fridays Italia – anzi, continua ad essere ignorata e trascurata dalle persone al potere. La crisi sanitaria ci ha mostrato le contraddizioni dell’attuale sistema economico e sociale, e ci ha costretti ad affrontare la realtà ascoltando la scienza”. L’avviso degli scienziati è “chiaro: rischiamo di spingerci troppo in là. Continuando a immettere CO2 in atmosfera ai livelli attuali supereremo il limite sicuro per evitare di innescare reazioni a catena irreversibili che sconvolgerebbero la vita umana sulla Terra. Gli incendi, gli uragani, la siccità, la distruzione dei raccolti, le alluvioni e le migrazioni stanno mietendo vittime oggi e di anno in anno rendono la vita sempre più difficile a milioni di persone in tutto il mondo”. E infatti citando i dati forniti dalla scienza osservano come ormai manchino sette anni e 91 giorni alla fine del budget di carbonio del Pianeta. Da quel momento in poi il mondo viaggerà “irrimediabilmente” verso l’aumento della temperatura media globale al di sopra degli 1,5 gradi, soglia entro cui tenere la Terra in sicurezza.

Questo decennio è cruciale – proseguono – le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo sono determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni. A partire dal 2020 la curva delle emissioni deve iniziare a calare, e per farlo è vitale avviare la transizione ecologica. Ogni Paese dovrà fare la sua parte, rispettando gli Accordi di Parigi”.

“Questa pandemia è stata ed è ancora una tragedia – osservano – ma molti scienziati ed economisti parlano chiaro: le misure per la ripartenza ci possono permettere di avviare la riconversione ecologica, risollevando l’economia e risolvendo allo stesso tempo molti problemi sociali del nostro Paese. Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza del governo è documento miope che mira più alla resistenza che alla resilienza. Non siamo in linea oggi con l’accordo di Parigi e non potremo mai esserlo. Bisogna modificare le linee guida di quel Piano. E anche la legge di Bilancio del 2021 deve essere all’insegna della transizione ecologica”.

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“Il tempo per evitare il collasso climatico sta per finire – concludono i ragazzi – ma arrendersi significa destinarci a un futuro nel caos, e non lo accettiamo. Dobbiamo affrontare la realtà. Vogliamo che la politica dia la priorità alla sopravvivenza dell’umanità piuttosto che all’avidità di pochi. Vogliamo un’economia basata sul benessere delle persone e la tutela degli ecosistemi e non più sul Pil, un’Europa che si impegni a ripagare il suo debito con il Sud del mondo. E per questo invitiamo tutti a mobilitarsi in prima persona”.