La campagna nell’ambito delle Nazioni Unite che mobilita tutti gli attori non governativi, cioè imprese, città, regioni e università per impegni mirati alla neutralità carbonica in vista del prossimo vertice sui cambiamenti climatici, la Cop26 che si terrà a Glasgow nel 2021. La corsa alle ‘emissioni zero’ è promossa dall’ambasciata Britannica in collaborazione con Italy for climate, l’iniziativa italiana sul clima della Fondazione per lo sviluppo sostenibile
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Al via la campagna ‘Race to zero’, la corsa alle ‘emissioni zero’ promossa dall’ambasciata Britannica in collaborazione con Italy for climate, l’iniziativa italiana sul clima della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, sostenuta da un gruppo di imprese virtuose (Chiesi, Conou, Davines, e2i energie speciali, ERG, illy, ING Italia).
Parte oggi in Italia ‘Race to zero’, la campagna nell’ambito delle Nazioni Unite che mobilita tutti gli attori non governativi, cioè imprese, città, regioni e università, che stanno mettendo in campo impegni mirati alla neutralità carbonica e che vogliono essere leader di una maggiore ambizione climatica in vista del prossimo vertice dell’Onu sui cambiamenti climatici, la ventiseiesima Conferenza delle parti, la Cop26 che si terrà a Glasgow nel 2021.
Raggiungere ‘zero emissioni’ nette entro il 2050 – viene spiegato – è “l’obiettivo climatico di riferimento diventato ormai imprescindibile. Sono sempre più numerosi i Paesi che negli ultimi mesi hanno raccolto questa sfida annunciando impegni di neutralità carbonica, come emerso anche nel corso del Climate ambition summit in occasione dell’anniversario dell’Accordo di Parigi, lo scorso12 dicembre”. Tra gli altri, l’Unione europea che ha raggiunto l’accordo per il target al 2030 di riduzione del 55% delle emissioni, la Cina, il Giappone e la Corea del Sud, oltre al Regno Unito (meno 68% delle emissioni entro il 2030), il Paese che ospiterà la prossima Cop in partnership con l’Italia. In questa corsa, i riflettori sono puntati anche sugli Stati Uniti che con la nuova prossima presidenza di Joe Biden potrebbero tornare in campo sulla lotta ai cambiamenti climatici.
L’iniziativa punta a riunire e promuovere tutti gli attori ‘non governativi’ che, pur non avendo un ruolo diretto negli accordi globali, hanno preso impegni per decarbonizzare le loro attività prima del 2050. Oltre a questo impegno, gli attori della campagna devono anche aver definito un obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030, aver individuato un piano di azione da mettere in campo fin da subito ed essere disponibili a rendere pubblici i loro progressi.
“Seppure le nostre preoccupazioni siano giustamente rivolte all’emergenza sanitaria del coronavirus – ha osservato l’ambasciatore britannico Jill Morris – non dobbiamo dimenticare che stiamo affrontando anche un’altra minaccia, quella del cambiamento climatico. E’ reale e sta accelerando. Italia e Regno Unito hanno, nella partnership per la Cop26 e nelle rispettive presidenze del G20 e del G7, l’opportunità di influenzare l’agenda globale e portare tutti i governi mondiali a perseguire politiche di riduzione delle emissioni, di finanza climatica, di adattamento e resilienza. La nostra partnership con Italy for climate è un’ulteriore conferma dello strettissimo rapporto che abbiamo con l’Italia, a livello istituzionale e non solo, e del fatto che entrambi i nostri Paesi ritengono che il successo della Cop26 sia una massima priorità”.
Attualmente fanno parte della campagna mondiale delle Nazioni Unite già 1.397 imprese, 454 città, 23 regioni, 74 grandi investitori e 569 università. Di queste, sono italiane 35 imprese, 10 università e 3 città metropolitane. “La sfida della neutralità climatica, delle emissioni nette zero – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – può essere vinta, ma occorre rapidamente passare dagli obiettivi dichiarati alle misure per raggiungerli, utilizzando al meglio le possibilità tecnologiche già disponibili con costi sostenibili. È indispensabile rafforzare il coinvolgimento e l’iniziativa diretta dei cittadini, delle imprese e delle città, oltre ai governi nazionali, perché la transizione alla neutralità climatica segna un cambio storico di civiltà, possibile solo con un’ampia partecipazione”.
L’Italia fornirà attraverso le sue imprese e i suoi territori un contributo importante alla campagna delle Nazioni Unite. Allo stesso tempo chi si impegnerà potrà trarre enormi vantaggi economici e di reputazione dall’adesione alla campagna globale di ‘Race to zero’, con l’Italia che ospiterà gli eventi preparatori del summit in qualità di partner del Regno Unito.
Con l’avvio della campagna di promozione in Italia, il progetto Italy for climate diventa un punto di riferimento importante dell’iniziativa delle Nazioni Unite nel nostro Paese.