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Amazzonia verso il punto di non ritorno: 1/3 della foresta fatica a riprendersi dalla siccità

Analizzando i tempi di recupero attraverso le variazioni mensili tra 2001 e 2019 della colorazione delle foglie, un gruppo di ricercatori dell’università di Lovanio stabilisce che la regione meridionale dell’Amazzonia – dove si concentra l’impatto delle attività antropiche – mostra un “rallentamento critico”

Punto di non ritorno: 1/3 dell’Amazzonia è vicina al tipping point
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Innescare il punto di non ritorno dell’Amazzonia avrebbe conseguenze su scala globale

Le regioni dell’Amazzonia più colpite dalle attività umane mostrano un “rallentamento critico” nel riprendersi dalla siccità e si stanno avvicinando al loro punto di non ritorno. Anche se non hanno ancora innescato il tipping point, che potrebbe avere effetti a cascata sia sull’intera foresta pluviale sia su scala globale. L’area che sta perdendo resilienza è quella più meridionale, dove si concentrano deforestazione e cambiamenti d’uso del suolo, e ricopre 1/3 dell’estensione totale dell’Amazzonia.

Effetti che possono dipendere dall’impatto delle siccità anche in regioni diverse della foresta pluviale. “La foresta amazzonica dipende in gran parte dal ciclo interno della pioggia, in cui la foresta produce parte della propria pioggia attraverso la traspirazione delle foglie”, spiega Johanna Van Passel, prima autrice di uno studio pubblicato su PNAS. “La siccità in una parte specifica può portare al degrado e alla morte delle foreste, che a loro volta possono avere effetti negativi sul resto della foresta pluviale”. Uno studio pubblicato su Nature a inizio 2024 stimava che entro il 2050 tra il 10 e il 47% dell’Amazzonia potrebbe essere sull’orlo di un punto di non ritorno.

Il colore delle foglie indica quanto siamo vicini al punto di non ritorno

L’Amazzonia è stata colpita da 4 grandi episodi di siccità prolungata ed estrema dal 2000 a oggi, ciascuno con un’intensità molto elevata che, in un clima senza riscaldamento globale antropico, si dovrebbe verificare solo una volta ogni 100 anni. Per valutarne l’impatto, i ricercatori dell’università di Lovanio hanno analizzato le immagini satellitari mensili della copertura forestale dell’Amazzonia tra 2001 e 2019 e ne hanno ricavato i tempi di recupero dopo gli episodi di siccità valutando la colorazione delle foglie.

“Il colore della chioma degli alberi può darci informazioni sulla salute e la resilienza della foresta”, spiega Ben Somers, co-autore della ricerca. “Il colore cambia sempre nel corso delle stagioni, ma se nel corso degli anni gli alberi hanno bisogno di sempre più tempo per riprendersi, allora c’è qualcos’altro in gioco. In questo caso si parla di ‘rallentamento critico’, che potrebbe significare che l’ecosistema sta per raggiungere un punto di non ritorno verso il deperimento delle foreste su larga scala e alla fine si trasformerebbe in un sistema degradato con meno diversità e complessità”.

Per il momento, il punto di non ritorno non è ancora stato innescato. Ma lo studio registra un sensibile rallentamento nei tempi di recupero dell’Amazzonia a partire dal 2015. Non è tanto la frequenza degli episodi di siccità a influire negativamente sulla resilienza complessiva, quanto l’intensità e la durata di questi eventi estremi, aggiungono i ricercatori.

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