Uno studio pubblicato su Pnas usa l’aumento del costo sociale del carbonio per stimare gli effetti del superamento dei tipping points
Lo scioglimento del permafrost e degli idrati di metano sono i punti di non ritorno climatici più “cari”
(Rinnovabili.it) – Superare i punti di non ritorno climatici (tipping points) può far lievitare anche del 25% il costo sociale del carbonio. Lo ha calcolato uno studio congiunto di London School of Economics University of Delaware e New York University. Alla base c’è un nuovo modello utilizzato per stimare l’impatto del superamento di alcune delle principali soglie critiche del clima, da cui i ricercatori hanno estrapolato diversi scenari. Un lavoro importante per due motivi: fornisce un quadro d’insieme dei vari tipping points e aggiunge un tassello in una materia su cui la scienza non parla ancora con una voce sola.
Sono 8 i punti di non ritorno climatici considerati nel rapporto pubblicato su Pnas. Una lista che include lo scioglimento del permafrost e degli idrati di metano subacquei, la fusione del ghiaccio artico, della calotta della Groenlandia e dell’Antartide occidentale, il degrado dell’Amazzonia, il rallentamento dell’Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC) che include la Corrente del Golfo, più variabilità nella stagione dei monsoni nel Pacifico.
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Lo studio ha rilevato che le perdite economiche associate ai punti di non ritorno climatici si possono verificare quasi ovunque nel mondo. La dissociazione degli idrati di metano e lo scongelamento del permafrost sono i tipping point che causerebbero i maggiori impatti economici, con aumenti rispettivamente del 13,1% e dell’8,4%.
Anche se lo scenario con più probabilità di verificarsi non appare particolarmente drammatico, gli autori dello studio invitano a non tralasciare gli altri scenari, quelli cosiddetti low probability – high impact: eventi improbabili ma di grande portata, capaci di trasformare profondamente il quadro. Secondo le elaborazioni del modello impiegato, ci sarebbe una probabilità non così piccola – il 10% – che il superamento dei tipping points comporti un raddoppio dei costi dei danni climatici, e una chance del 5% che i costi triplichino.
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