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Punti di non ritorno climatici: superarli può portare benefici inattesi

Riscaldamento globale: identificato il punto di non ritorno dell’Antartide occidentale
Foto di jodeng da Pixabay

Nessun effetto domino tra i tipping point del Polo Sud e dell’AMOC

(Rinnovabili.it) – Il possibile collasso dello scudo glaciale dell’Antartide occidentale potrebbe portare anche effetti positivi nel sistema Terra. La maggior parte degli studi, oggi, prevedono che un cambiamento di questa portata possa innescare una catena di punti di non ritorno climatici (tipping point) in altri ecosistemi. Una ricerca del PIK di Potsdam, nel 2021, ad esempio, sosteneva che in 1/3 dei 3 milioni di simulazioni condotte, la destabilizzazione dei ghiacci della Groenlandia e del Polo Sud, della corrente del Golfo o della foresta amazzonica innesca il collasso anche degli altri due, anche con riscaldamento globale tenuto sotto i 2°C.

Uno sguardo diverso ai punti di non ritorno climatici

Una ricerca apparsa di recente su Geophysical Research Letters va controcorrente: l’effetto dello scioglimento di quell’immane quantità di ghiaccio al Polo Sud potrebbe invece stabilizzare l’Amoc, il capovolgimento meridionale della circolazione atlantica. Cioè quel grande sistema di rimescolamento delle acque oceaniche che, tra gli altri effetti, funziona come un nastro trasportatore di calore e mantiene stabili le temperature in Europa attraverso la corrente del Golfo.

Di solito per illustrare cosa succede quando si supera uno dei punti di non ritorno climatici si ricorre all’immagine del domino. Facendo cadere la prima tessera, questa tocca e destabilizza la successiva innescando una catena di reazioni analoghe. Ma il clima terrestre è un sistema complesso e le interazioni tra le sue componenti sono difficili da prevedere con esattezza. L’assunto dello studio condotto dall’Institute for Marine and Atmospheric research di Utrecht, in Olanda, è che la caduta della prima tessera potrebbe invece “puntellare” un’altra tessera, aumentandone la stabilità.

L’indebolimento dell’AMOC dipende principalmente dall’influsso di acqua dolce nel Nord Atlantico, proveniente dall’acqua di fusione della calotta glaciale della Groenlandia. Secondo il modello elaborato dai ricercatori di Utrecht, però, questa dinamica sarebbe compensata se ci fosse un analogo aumento della quantità di acqua dolce nell’Atlantico meridionale, proveniente appunto dal collasso dello scudo occidentale.

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